2012-07-19 15:32:33

Al via a Pechino il Forum sulla Cooperazione Cina-Africa


Un prestito da parte del governo cinese di 20 miliardi di dollari per i Paesi Africani per sostenere infrastrutture, industria manifatturiera, agricoltura e sviluppo delle piccole e medie imprese. Ad annunciarlo il presidente Hu Jintao durante il V Forum sulla Cooperazione Cina–Africa, iniziato oggi a Pechino. Il gigante asiatico si conferma il primo partner commerciale dell’Africa, con scambi bilaterali in crescita dell'83% dal 2009. Ma quali sono gli interessi che spingono Pechino ad investire in maniera così importante nel continente africano? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Massimo Alberizzi, africanista del Corriere della Sera:RealAudioMP3

R. – La Cina è impegnatissima in tutte le zone dell’Africa, soprattutto quelle che sono più ricche di giacimenti di petrolio, di materie prime e anche di oro e diamanti. Parliamo per esempio del Sudan, del Sud Sudan oppure del Congo, dell’Angola, dove stanno costruendo la ferrovia del Banguela, ricostruendola in realtà perché è una vecchia ferrovia in disuso, dove utilizzano i carcerati ai lavori forzati con i ferri ai piedi, portati direttamente dalla Cina per lavorare. Quindi, c’è un fortissimo interesse, visto che la Cina ha poche materie prime a casa sua.

D. – E l’Africa, dal canto suo, ci guadagna qualcosa o si ripropone lo scenario di sempre, cioè di un continente depredato dalle potenze estere?

R. – Dire “l’Africa ci guadagna” sarebbe come dire che gli africani ci guadagnano. In realtà è solo un gruppo, un pugno di africani che fanno affari con i cinesi e ci guadagnano svendendo le proprie risorse. “Proprie” è una parola impropria, perché ovviamente le risorse sono di tutti, non sono solamente delle elite dominanti dei Paesi africani.

D. – Negli ultimi mesi sono emerse anche critiche di alcuni partner africani nei confronti di Pechino, per abusi commessi dai datori di lavoro cinesi, per casi di corruzione, ma anche per le condizioni di sicurezza e di lavoro nelle miniere di proprietà cinese. Insomma, non è un rapporto del tutto sereno...

R. – No, infatti li hanno anche rapiti, come per esempio in Etiopia. La politica cinese comincia ad avere gli stessi effetti che ha avuto per anni la politica americana. La differenza, però, è che in America e in Europa abbiamo un’opinione pubblica che comunque non permette di arrivare a certi abusi. In Cina l’opinione pubblica non c’è, quindi può essere commesso, lontano dagli occhi indiscreti dell’opinione pubblica, qualsiasi delitto.







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