L'intervento di mons. Balestrero: Rapporto Moneyval, pietra miliare. Testo integrale
Pubblichiamo di seguito il testo integrale dell’intervento di mons. Ettore Balestrero
nella Sala Stampa vaticana in occasione della pubblicazione da parte di Moneyval del
rapporto dettagliato di valutazione sulle misure di prevenzione del riciclaggio di
denaro e del finanziamento del terrorismo adottate dalla Santa Sede/Stato della Città
del Vaticano.
Testo:
In qualità di Capo Delegazione della Santa Sede
nella Sessione Plenaria di MONEYVAL, nella quale, il 4 luglio scorso, è stato discusso
ed approvato il Primo Rapporto di Valutazione sulle misure di prevenzione del riciclaggio
di denaro e del finanziamento del terrorismo adottate dalla Santa Sede/Stato della
Città del Vaticano (“Rapporto MONEYVAL”), sono lieto di darvi il benvenuto a questo
incontro, il cui scopo è quello di illustrare le osservazioni principali incluse nel
Rapporto MONEYVAL e di condividere con voi alcune osservazioni sul punto di partenza,
il percorso compiuto e quello da compiere dalla Santa Sede.
Obiettivo: rendere
concreto l’impegno morale
Per la Santa Sede, questo percorso rappresenta,
anzitutto, un impegno morale e non strettamente tecnico. Come afferma Papa Benedetto
XVI nel Motu Proprio del 30 dicembre 2010, “molto opportunamente la comunità internazionale
si sta sempre più dotando di principi e strumenti giuridici che permettano di prevenire
e contrastare il fenomeno del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo”. E’
pertanto giusto che la Santa Sede condivida tali sforzi, adottando e “facendo proprie”
tali regole, utili anche “allo svolgimento della propria missione”.
Come chiarito
nella richiesta di valutazione da parte di MONEYVAL, effettuata dalla Segretaria di
Stato, la Santa Sede è convinta che il proprio impegno sul piano morale debba essere
accompagnato dalla conformità e dall’effettiva attuazione degli standard internazionali
per la lotta del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. La conformità e l’attuazione
effettiva degli standard internazionali sono del resto ciò che rende concreto l’impegno
morale.
La nostra giurisdizione – piccola per dimensioni, grande per importanza
Lo Stato della Città del Vaticano dispone di un piccolo territorio, con una
popolazione esigua ed un livello molto basso di criminalità interna, ed è privo di
una economia di mercato. Non è un centro finanziario e le sue attività finanziarie
sono svolte a supporto delle opere di carità e di religione.
Al tempo stesso,
la Santa Sede gode di una riconosciuta autorevolezza morale ed è in profonda connessione
con i paesi più prossimi e con quelli più lontani nel mondo.
La Santa Sede,
avendo primaria responsabilità per la missione della Chiesa universale, ha il compito
– se non il dovere – di guidare e orientare le organizzazioni cattoliche presenti
in tutto il mondo. Benché tali organizzazioni abbiano sede legale nelle rispettive
giurisdizioni di appartenenza - e siano, pertanto, tenute al rispetto della normativa
in materia di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo
in vigore nelle medesime giurisdizioni - è importante notare che la Santa Sede si
avvale della propria autorità morale per sollecitare la massima consapevolezza rispetto
ai troppo frequenti crimini transnazionali di riciclaggio e finanziamento del terrorismo.
Percorso
compiuto e primi risultati
Dunque, riflettiamo sul punto di partenza da cui
la Santa Sede ha iniziato il suo percorso. Gli ultimi diciannove mesi sono stati un
periodo di intenso lavoro e apprendimento.
Prima di iniziare questo cammino,
vi era già un buon numero di misure in vigore. Anzitutto, è sempre stata ferma la
determinazione nella lotta contro il riciclaggio ed il finanziamento del terrorismo.
Inoltre, nell’ordinamento giuridico erano già presenti numerosi elementi necessari
per far fronte a tali fenomeni criminosi.
Al termine del 2010 è stata adottata
la Legge n. CXXVII in materia di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento
al terrorismo, entrata in vigore il 1° aprile del 2011. Nel mese di giugno dello stesso
anno è divenuta operativa l’Autorità di Informazione Finanziaria (AIF).
Sempre
nel febbraio 2011, è stata richiesta a MONEYVAL la valutazione sulle misure di prevenzione
del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo adottate dalla Santa
Sede/Stato della Città del Vaticano. Nel novembre successivo ha avuto luogo la prima
visita dei valutatori MONEYVAL.
I valutatori designati da MONEYVAL sono stati,
da subito, reputati come il più solido team di valutatori che MONEYVAL abbia mai riunito.
Ne faceva parte, infatti, il Presidente, il Segretario e un Amministratore di MONEYVAL;
il Presidente del Gruppo Egmont (il gruppo di unità di informazione finanziaria accreditato
a livello internazionale e avente come scopo quello di favorire lo scambio rapido
e reciproco di informazioni tra unità di informazione finanziaria); due esperti analisti
finanziari ed un docente di diritto internazionale.
Alla luce di ciò, sono
ora prese in debita considerazione le note positive, nonché i rilievi critici contenuti
nel Rapporto.
La revisione del testo originario della Legge n. CXXVII
Sulla
base delle prime osservazioni formulate dai valutatori nel novembre 2011, fu subito
chiaro che la prima versione della Legge n. CXXVII, benché rappresentasse un importante
passo verso una normativa interna efficace, conteneva una serie di lacune e limiti
che necessitavano di essere colmati. Tutte le giurisdizioni che ricevono la visita
dei valutatori dispongono di un periodo pari a sessanta giorni (a decorrere dalla
medesima visita) per introdurre le opportune modifiche alla normativa interna, per
la loro valutazione ai fini dell’elaborazione del Rapporto. Nel rispetto di tale limite
temporale, il 25 gennaio 2012 la Santa Sede ha modificato la Legge n. CXXVII per
rendere, fra l’altro, più effettiva la cooperazione tra le autorità interne competenti
nella prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo.
Il nuovo testo legislativo rimarca, in particolare, l’importanza dell’interconnessione
tra le suddette autorità e la necessità di un’equilibrata distribuzione delle rispettive
competenze, al fine di stabilire un sistema interno solido e sostenibile.
L’attuale
sistema di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo
Desidero
ora sottoporre alla vostra attenzione alcuni fra i principali elementi del sistema
di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo attualmente
in vigore:
è stato introdotto il criterio del risk based approach
(ossia “approccio basato sul rischio”) ai fini dell’adeguata verifica della clientela,
nonché dell’identificazione delle transazioni sospette;
sono
state poste le basi per una rafforzata cooperazione internazionale, incluso lo scambio
di informazioni con controparti estere (a tal riguardo, sembra utile sottolineare
che ciò concerne anche lo scambio di informazioni relative a dati precedenti al 1°
aprile 2011);
è stata resa esplicita
e conforme agli standard internazionali la normativa interna sul segreto in materia
finanziaria;
in materia penale è stata,
fra l’altro, introdotta un’ampia definizione dei reati di riciclaggio e finanziamento
del terrorismo, nonché precisata la gamma di reati-presupposto, in conformità agli
standard internazionali;
sono stati
rafforzati i poteri dei Tribunali vaticani per la lotta ai reati di riciclaggio e
finanziamento del terrorismo, come pure i reati-presupposto, nonché in materia di
sequestro e confisca dei proventi di attività illecite;
in
caso di mancato rispetto delle norme sulla prevenzione ed il contrasto del riciclaggio
e del finanziamento al terrorismo, sono state aggravate le sanzioni, rendendole per
giunta applicabili anche alle persone giuridiche;
sono
stati previsti Protocolli d’Intesa obbligatori, ai fini dello scambio di informazioni
tra l’AIF e le Unità di Informazione Finanziaria di Stati esteri. Ciò nella convinzione
che tali Protocolli costituiscano uno strumento efficace ed affidabile per lo scambio
di informazioni, nonché coerente con il principio di reciprocità tra giurisdizioni
impegnate nella lotta contro il riciclaggio ed il finanziamento del terrorismo;
è stato reso esplicito il potere dell’AIF di svolgere
ispezioni in materia di prevenzione e contrasto al riciclaggio e finanziamento del
terrorismo. Il testo emendato della Legge n. CXXVII prevede l’adozione di uno specifico
e dettagliato Regolamento Generale sulla base del quale le ispezioni saranno concretamente
effettuate.
Inoltre, la Santa Sede, agendo anche per conto dello
Stato della Città del Vaticano, il 25 gennaio 2012 ha ratificato le seguenti Convenzioni:
Convenzione di Vienna contro il traffico illecito di stupefacenti e di
sostanze psicotrope del 1988;
Convenzione
di New York per la repressione del finanziamento del terrorismo del 1999;
Convenzione di Palermo contro la criminalità organizzata
transnazionale del 2000.
Le suddette Convenzioni sono direttamente
applicabili nell’ordinamento giuridico interno, senza necessità di ulteriori atti
di recepimento, incluse le norme in materia di estradizione e cooperazione internazionale.
Inoltre,
l’area della cooperazione internazionale è stata attentamente verificata. I rilievi
dei valutatori sono stati che l’attuale sistema della Santa Sede e dello Stato della
Città del Vaticano è largely compliant (“largamente conforme”) rispetto agli standard
internazionali.
Aree nelle quali i valutatori hanno notato la necessità di
miglioramenti
Al pari delle altre giurisdizioni, siamo ben consapevoli che
la normativa interna in materia di prevenzione e contrasto al riciclaggio e finanziamento
del terrorismo possa ancora essere migliorata. A seguito delle modifiche legislative
dello scorso gennaio molte questioni sono già state affrontate, anche grazie al continuo
dialogo con i valutatori. Altre questioni saranno affrontate speditamente nel prossimo
futuro e dando prova di effettività.
In merito a ciò a cui ho appena accennato,
desidero menzionare, a titolo esemplificativo:
nel rapporto
è espresso qualche rilievo, con riferimento all’utilizzo dei Protocolli d’Intesa quale
base per la cooperazione internazionale tra unità di informazioni finanziaria.
A
tale riguardo, crediamo che l’adozione di tale strumento, coerente con gli standard
internazionali, rappresenti l’approccio più adeguato per la Santa Sede e lo Stato
della Città del Vaticano. Si tratta di una piccola giurisdizione, che desidera interagire
con gli altri Paesi in maniera corretta e coerente con il principio di reciprocità.
Del resto, tale scelta è condivisa da altre giurisdizioni, comprese, fra le altre,
la Nuova Zelanda, il Canada e l’Australia; né tale scelta è sgradita ad importanti
membri GAFI, quali gli Stati Uniti d’America;
la Pontificia Commissione
per lo Stato della Città del Vaticano è stata dotata, dalla versione emendata dalla
Legge n. CXXVII, del potere di adottare un Regolamento Generale sui poteri ispettivi
dell’AIF. I valutatori hanno notato che, fino a quando tale regolamento entrerà in
vigore, i poteri ispettivi non saranno esplicitamente definiti. In merito non si può
che essere d’accordo. Tale Regolamento, il cui testo è già stato elaborato, rifletterà
la serietà dei nostri obiettivi;
nel Rapporto
si osserva che la struttura dell’AIF, combinando le funzioni normalmente svolte dalle
unità di informazione finanziaria con quelle svolte dagli organismi di vigilanza,
sembra essere causa di difficoltà nell’effettiva attuazione degli standard internazionali.
Tale struttura dell’AIF proviene dalla prima versione della Legge n. CXXVII. Essa
è stata mantenuta nella versione emendata della medesima Legge, ma i valutatori hanno
espresso scetticismo sul suo “concreto funzionamento”. Siamo grati per questa osservazione,
che accogliamo seriamente;
Nel Rapporto
si rileva che potrebbe sorgere un conflitto di interessi per il fatto che la medesima
persona svolga la propria attività allo stesso tempo in un ente vigilato e nell’ente
vigilante.
Passi successivi alla modifica della Legge n. CXXVII
Dopo
la modifica della Legge n. CXXVII, la Santa Sede ha proseguito nell’attività di rafforzamento
del sistema interno di prevenzione e contrasto del riciclaggio e finanziamento del
terrorismo. Anzitutto, le autorità competenti della Santa Sede e dello Stato Città
del Vaticano sono passate da soluzioni di breve periodo a soluzioni di lungo periodo,
sostenibili ed effettive. E si intende proseguire in questa direzione.
A titolo
esemplificativo, dopo il 25 gennaio scorso (vale a dire dopo il suddetto periodo di
due mesi successivi alla visita dei valutatori):
la Santa Sede
ha introdotto una lista interna di soggetti individuati come terroristi, in linea
con le misure richieste dalle rilevanti Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle
Nazioni Unite;
è stata ufficialmente inviata
una lettera di adesione al Gruppo Egmont;
mediante
la stipula di Protocolli d’Intesa, l’AIF è stata collocata rapidamente nella rete
internazionale delle unità di informazione finanziaria;
la
Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano ha avviato, come già
osservato, l’iter di adozione del Regolamento Generale sui poteri ispettivi dell’AIF;
è stata avviata un’ulteriore revisione dell’ordinamento
penale, in vista di un suo ammodernamento alla luce degli standard internazionali;
sarà ultimato a breve la valutazione dei fattori
di rischio;
è in fase di valutazione
la ratifica di ulteriori convenzioni per la lotta contro la criminalità e l’introduzione
di una nuova normativa in materia di organizzazioni senza scopo di ucro.
Conclusioni
Con
riferimento agli esiti della valutazione, in sintesi intendiamo rafforzare il sistema
nel suo complesso; in particolare, tra le 16 Raccomandazioni GAFI essenziali per la
lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, vi sono 7 aree alle quali
la Santa Sede deve e vuole prestare particolare attenzione.
Il Rapporto pubblicato
oggi rappresenta quindi non la fine, bensì una pietra miliare nel nostro costante
impegno di coniugare l’impegno morale con l’eccellenza tecnica.
Abbiamo, pertanto,
compiuto un passo definitivo, ponendo le fondamenta di una “casa”, ossia di un sistema
di lotta al riciclaggio ed al finanziamento del terrorismo, che sia solido e sostenibile.
Ora vogliamo costruire compiutamente un “edificio” che dimostri la volontà della Santa
Sede e dello Stato della Città del Vaticano di essere un “partner” affidabile nella
comunità internazionale.
Con soddisfazione per i risultati raggiunti, temperata
dalla consapevolezza di ciò che si deve ancora compiere, sono ora lieto di accogliere
le vostre domande.