La missione di Sat-7, emittente cristiana in Medio Oriente seguita anche dai musulmani
Diffondere i valori della fede cristiana in una regione a maggioranza islamica, il
Medio Oriente, dove i cristiani sono una minoranza di circa 12 milioni di persone,
in progressiva diminuzione a causa di attentati e persecuzioni, su una popolazione
complessiva di oltre 200 milioni di abitanti. E’ questa la missione di Sat-7, emittente
televisiva cristiana fondata nel 1995 e sostenuta dalla Fondazione Pontificia “Aiuto
alla Chiesa che Soffre”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
(Musica araba) Per
molti cristiani iracheni è la chiesa dove non possono recarsi per motivi di sicurezza.
Per migliaia di bambini mediorientali i suoi programmi sono un appuntamento quotidiano.
Ma Sat-7, che trasmette in 22 Paesi islamici, non si rivolge solo ai cristiani. Tra
gli oltre 9 milioni di telespettatori abituali, molti sono musulmani, come sottolinea
al microfono di Philippa Hitchen il direttore dell'ufficio europeo di Sat-7,Kurt Johansen:
R. - We are a voice by the Christians … Noi siamo
una voce dei cristiani, e ciascuno è libero di scegliere, se guardare o meno, il canale
Sat7. Sembra che la maggioranza dei nostri telespettatori sia non cristiana, ma musulmana
e questa è una scelta loro. Nel nostro canale possiamo parlare molto apertamente di
molte cose, perché tutto il nostro staff è composto di cristiani mediorientali che
incontrano musulmani ogni giorno, per strada. Proprio loro possono spiegare in maniera
molto efficace ciò in cui noi cristiani crediamo. In questo modo possiamo costruire
ponti, eliminare incomprensioni e riconoscere alla Chiesa una sua identità e legittimità
all’interno della società. Tutti i programmi di Sat-7 devono rispondere a tre requisiti:
devono essere di intrattenimento, altrimenti nessuno li guarderebbe o li ascolterebbe;
devono essere educativi, nel senso che lo spettatore deve avere imparato qualcosa
dopo aver visto il programma; e poi, in qualche modo, devono anche avere un contenuto
cristiano. Abbiamo un programma per bambini 24 ore su 24 che si chiama Sat-7 Kids
e che probabilmente è il nostro canale più famoso: sembra che attualmente abbiamo
oltre 9 milioni di telespettatori al giorno, la maggior parte dei quali in Paesi come
l’Iraq e l’Arabia Saudita. Questo è uno dei pochi canali dedicati ai bambini in Medio
Oriente e sembra essere molto conosciuto anche nelle famiglie non cristiane, perché
noi non promuoviamo violenza né odio, solo valori positivi. Si può imparare molto,
seguendo i nostri programmi …
In Medio Oriente, dove c’è grande attesa per
il viaggio apostolico di Benedetto XVI in Libano in programma dal 14 al 16 settembre
prossimi, sono oltre 300 le emittenti televisive. Cosa rappresenta una realtà, come
quella di Sat-7, per i cristiani di questa regione? Risponde padre Ramsine
Hage Moussa, della Congregazione dei Missionari Libanesi Maroniti:
R. –
Per i cristiani in Medio Oriente un’emittente come Sat-7, o altre emittenti cristiane,
aiutano molto i cristiani ad arricchirsi della nostra cultura. Un’emittente soprattutto
che parli arabo e l’occasione per un arricchimento. Penso, quindi, che sia un gran
passo, ma ancora c’è tanto da fare per continuare a propagare questa missione.
D.
– Un gran passo anche in un mondo che spesso associa il cristianesimo all’Occidente.
Il fatto che ci sia una tv araba che parla agli arabi, cristiani e non cristiani,
può rivelarsi una grande testimonianza...
R. – Quando dico che sono arabo,
sono associato subito alla cultura musulmana e succede la stessa cosa quando una persona
dice di essere cristiana: viene sempre legata all’Occidente. Il cristianesimo è nato
lì, quindi bisogna diffondere questo messaggio attraverso la lingua araba, un messaggio
di Cristo in arabo.
D. – Questa emittente trasmette anche film, documentari,
ispirati ad episodi biblici. Quanto in una cultura come quella mediorientale il mezzo
del racconto narrativo può aiutare a trasmettere messaggi così alti come quelli cristiani?
R.
– La gente segue di più queste trasmissioni, perché fanno parte della vita quotidiana
della persona, e vederli diventa un messaggio per gli altri.
D. – Tra quanti
seguono questa emittente televisiva, Sat 7, molti sono musulmani...
R. – Certo,
il primo interesse è quello di scoprire l’altro, di saperne di più sul cristianesimo.
Tanti musulmani vedono, anche per curiosità, i programmi di questa emittente e vogliono
scoprire il cristiano con cui convivono. Scoprono così altre dimensioni del Dio che
anche loro adorano e pregano.
D. – L’ignoranza, la non conoscenza dell’altro,
possono portare a strumentalizzazioni, a fraintendimenti ed anche ad esasperare i
conflitti...
R. – Un ostacolo, parlando dell’aspetto religioso, risiede nel
fatto che è vietato in alcuni Paesi arabi parlare di Cristo. Quindi, la televisione
satellitare, soprattutto oggi, può trasmettere questo messaggio, semplicemente, facilmente
e gratuitamente, in questi Paesi e in questi luoghi.
D. – Quanto una tv come
Sat 7 può, in vista dell’imminente viaggio del santo Padre in Libano, portare e rafforzare
la propria testimonianza?
R. – Il viaggio del Papa in Libano sarà un’occasione,
non solo per Sat 7, ma per tutte le televisioni, anche quelle musulmane. Loro, infatti,
trasmetteranno la visita del Papa in Libano, e anche se vorranno parlare del lato
politico di questa visita, sarà comunque una grande testimonianza. Certo, un’emittente
cristiana come Sat 7 anche per loro sarebbe una grande testimonianza per portare il
messaggio del Papa a tutto il mondo, a quelli che non potranno essere lì dove andrà
il Papa. Sarebbe un modo, non solo culturale e sociale, ma anche religioso, per far
entrare questo evento in tutte le case mediorientali. Le aspettative, dunque, sono
tante e noi dobbiamo pregare per questo viaggio del Papa, perché porti veramente una
speranza.
D. – Come si stanno preparando i cristiani e le comunità cristiane?
R.
– E’ vero che è un viaggio per il Libano, ma in realtà lo è per tutto il Medio Oriente,
perché l’occasione si conosce: l’esortazione apostolica del Sinodo del Medio Oriente.
Tutto il Medio Oriente, quindi, è coinvolto. Il Papa si reca in Libano per incontrare
tutto il Medio Oriente e portare la pace. La gente è molto entusiasta. Lui può portare
una speranza e una luce nel buio che esiste lì tra la gente. E noi abbiamo sempre
la speranza di continuare e di rafforzare la presenza dei cristiani nel nostro Medio
Oriente.
D. – La speranza di continuare vuol dire anche la speranza di restare...
R.
– Il Libano era composto da una maggioranza cristiana, prima delle guerre del ’74.
Erano, infatti, il 65 per cento. Ora è il contrario: siamo il 35 per cento. Questo
solo nel Libano, poi accade anche in altri Paesi, in Iraq, in Siria... E’ quindi un
messaggio per dire “rimanete dove siete”, perché questa terra non è solo di una religione,
ma di tutte le religioni presenti.
La programmazione di Sat – 7 è distribuita
sui quattro canali in arabo e in farsi, e per quattro ore al giorno sul canale turco.
Il palinsesto, oltre a documentari e film, comprende anche talkshow che affrontano
argomenti legati alla vita di tutti i giorni e ai temi religiosi, approfonditi con
il contributo di esperti. Il quartier generale di Sat – 7 si trova a Nicosia, a Cipro.
L'80 per cento dei programmi sono prodotti in Medio Oriente, soprattutto in Egitto
e in Libano.