Sud Corea: i vescovi contro consumismo e spreco delle risorse naturali
Il mondo "è stato creato da Dio sulla base della giustizia. Il Creatore ha dato a
ciascuno secondo le proprie necessità: siamo stati noi uomini, con la nostra frenesia,
a consumare troppo. Dobbiamo tornare alla giustizia divina anche in campo agricolo".
È il senso del Messaggio inviato da mons. Mattia Ri Iong-hoon, presidente della Commissione
episcopale coreana Giustizia e Pace, ai contadini cattolici in occasione della Domenica
degli agricoltori, che si è celebrata nel Paese lo scorso 15 luglio. Nel testo il
presule, anche vescovo di Suwon, scrive: "Dio ha creato il mondo basandosi sulla giustizia
e sull'equità, garantendo risorse naturali sufficienti per tutti. Noi le abbiamo esaurite,
ed è per questo che ora si verificano carestie, squilibri energetici e disparità fra
zone urbane e zone rurali. Questi fattori sono contrari alla volontà divina e vanno
corretti". Il Messaggio, intitolato "Il Padre mio è il padrone della vigna", attacca
anche l'Accordo di libero scambio fra Corea del Sud e Stati Uniti, firmato due anni
fa ed entrato in vigore fra mille polemiche lo scorso marzo: "Questo impegno deve
essere rivisto per il bene dei più deboli, dato che così com'è minaccia l'accesso
alle risorse naturali e rischia di creare nuovi squilibri sociali nel nostro Paese".
L'Accordo è stato oggetto di numerose proteste popolari. Esso prevede in particolare
- riferisce l'agenzia AsiaNews - un comma che impone ai coltivatori diretti coreani
e agli allevatori di suino di vendere i propri prodotti innanzitutto allo Stato -
a prezzi calmierati - che li destina all'esportazione in America. Contro questa imposizione,
che di fatto "statalizza" una parte dell'economia rurale, sono scese in piazza centinaia
di migliaia di persone che tuttavia non ne hanno ottenuto la revoca. Infine, il presule
ricorda a tutti i fedeli l'importanza della campagna per la riabilitazione delle aree
rurali: "Dobbiamo costruire una comunità solidale sulla base delle prime comunità
cristiane. Questa campagna serve per ottenere una vera comunione fra le comunità rurali
e quelle urbane per la condivisione dei beni primari e dei valori di Cristo". (R.P.)