Repubblica Ceca: la Camera approva la legge sui beni della Chiesa
Dopo l’acceso dibattito di queste ultime settimane, la Camera dei Deputati della Repubblica
Ceca ha approvato, con 93 voti favorevoli e 89 contrari, il disegno di legge riguardante
l’accordo sui beni della Chiesa e delle organizzazioni religiose. Un passo importante
salutato con soddisfazione dalla Conferenza episcopale, che insieme alla Chiesa ortodossa,
a quella protestate e alla comunità ebraica, si batte da più di 20 anni per la restituzione
delle proprietà religiose confiscate tra il 1948 e il 1989 dal passato regime comunista,
un patrimonio di circa 2.500 immobili e 200mila ettari di terreni. Resta l’ostacolo
del voto al Senato, dove la maggioranza è nelle mani dei socialdemocratici e dei comunisti,
contrari alla legge ritenuta troppo onerosa per lo Stato. Il suo più che probabile
veto potrebbe essere bocciato dalla Camera dei Deputati, ma solo a condizione che
essa ottenga la maggioranza assoluta dei suoi membri. Il testo approvato è il frutto
di un accordo raggiunto in questi mesi tra le Chiese e il Governo di Praga dopo un
annoso contenzioso ereditato dal passato regime comunista. L’accordo prevede la restituzione
del 56% dei beni confiscati, mentre la parte rimanente sarebbe liquidata nei prossimi
trent’anni con un indennizzo dell’ammontare complessivo di 59 miliardi di corone (2,3
miliardi di euro) aggiornati al tasso di inflazione. Termina contestualmente anche
il regime in cui era lo Stato a pagare i salari di sacerdoti e religiosi. I rappresentanti
delle Chiese e delle organizzazioni religiose ceche considerano la legge “un compromesso
per il bene di tutte le parti interessate: Chiese, Stato e l’intera società”. (L.Z.)