La Fed: la crisi europea incide anche sugli Usa. In Italia nel 2013 senza lavoro all'11%
Per Bankitalia la crescita risente degli alti tassi d’interesse. Se infatti, lo spread
si manterra' intorno ai 450 punti, il Pil si ridurra' quest'anno del 2% e dello 0,2%
nel 2013. A risentirne soprattutto giovani e donne che risentiranno della disoccupazione.
Il rallentamento dell’economia però colpisce anche gli Usa. Alessandro Guarasci
La crisi europea
incide anche sugli Usa. Secondo il presidente della banca centrale americana Bernanke,
la crescita economica probabilmente continuerà a un tasso moderato nei prossimi trimestri
e aumenterà solo molto gradualmente. Intanto Spagna e Italia continuano ad essere
malata di spread eccessivo. Il differenziale tra i titoli di stato spagnoli e quelli
tedeschi rimane oltre i 500 punti, nonostante l’asta odierna abbia avuto successo.
Lo scarto tra i btp italiani, e i bund tedeschi oggi è sceso a 478. Un valore comunque
molto alto, che secondo Bankitalia inciderà in modo negativo sulla crescita. Il Pil
nel 2012 scenderà del 2% e tornerà a crescere solo nel 2013, secondo Bankitalia. Anche
la produzione industriale farà registrare un -1.5% nel terzo trimestre dell’anno.
Sempre l’istituto di via Nazionale mette in luce come Il tasso di disoccupazione in
Italia salira' oltre l'11% nel 2013 e i piu' colpiti continueranno a essere giovani
e donne. Sentiamo l’economista Carlo Dell’Aringa
R. – Le imprese hanno di fronte
a sé una situazione in cui i mercati di sbocco sono asfittici, soprattutto perché
la domanda interna sta calando per effetto dei redditi delle famiglie che sono in
sofferenza e in più hanno un costo del denaro molto elevato. Quindi pagare il capitale
il 7, l’8 per cento per produrre qualche cosa che difficilmente sarà venduta sui mercati
fa sì che le imprese stanno ritirando i remi in barca, non fanno investimenti, non
procedono al turn-over della manodopera, assumono poco e quindi l’occupazione è destinata
a diminuire.
D. – Sembra una situazione da cui è molto difficile riprendersi,
lei che cosa ne pensa di questo?
R. – Certamente è molto difficile riprendersi
perché sia le condizioni sul lato del costo del denaro sia sul lato dei mercati di
sbocco sono sfavorevoli. Quindi noi dobbiamo aspettarci la chiusura delle aziende.
Ormai i dati della cassa integrazione stanno aumentando e di fronte a una situazione
in cui le imprese non procedono a nuove assunzioni, è chiaro che soprattutto i giovani
che si presentano sul mercato del lavoro rimangono senza lavoro. A questo si deve
aggiungere che proprio la sofferenza dei bilanci famigliari induce molti componenti
delle famiglie, che fino a un anno fa erano inattivi, cioè erano disponibili a lavorare
ma non cercavano il lavoro attivamente, quindi erano statisticamente dichiarati inattivi,
progressivamente hanno cominciato a cercare lavoro con maggiore intensità e l’Istat
li ha registrati come attivi, cioè cercano lavoro ma non lo trovano. Io penso che
le previsioni di un aumento della disoccupazione siano dovute a questi due fattori:
primo, l’occupazione tenderà a diminuire; secondo, una parte della popolazione che
prima era inattiva cercherà di attivarsi sul mercato del lavoro per cercare posti
di lavoro ma non li troverà. Questo non fa altro che aumentare il numero dei disoccupati,
cioè di coloro che cercano attivamente lavoro ma non lo trovano.