2012-07-16 20:15:34

Napolitano solleva il conflitto d'attribuzione con la procura di Palermo


Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sollevato il conflitto tra poteri dello Stato per le decisioni che la magistratura ha assunto su intercettazioni di conversazioni telefoniche del Quirinale. Secondo il Colle le proprie prerogative sono state già lese dai pm di Palermo solo nell'atto di valutarle. Servizio di Giampiero Guadagni RealAudioMP3

Nelle settimane scorse, nell'ambito dell'inchiesta su una presunta trattativa fra lo Stato e la mafia agli inizi degli anni Novanta, sono stati pubblicati stralci di telefonate intercettate di Nicola Mancino, ministro dell'Interno dell'epoca, con il Quirinale; e di interventi del Quirinale sul Consiglio superiore della Magistratura circa le prerogative della procura palermitana che aveva dato mandato a realizzare quelle intercettazioni. E oggi Napolitano, oper evitare precedenti, ha affidato all'Avvocato Generale dello Stato l'incarico di rappresentare la Presidenza della Repubblica nel giudizio per conflitto di attribuzione da sollevare dinanzi alla Corte Costituzionale proprio nei confronti della Procura della Repubblica di Palermo per le decisioni assunte. Decisioni che il Presidente ha considerato, anche se riferite a intercettazioni indirette, lesive di prerogative attribuitegli dalla Costituzione. Le reazioni. Il procuratore di Palermo Messineo si dice sereno perché, sottolinea, tutte le regole sono state rispettate e le intercettazioni sono state occasionali e imprevedibili. Cautela dall'associazione nazionale magistrati, mentre il guardasigilli Severino difende la decisione del Quirinale. Appoggiata anche da Pdl, Pd e Udc, criticata invece dall'Italia dei valori dell'ex pm Di Pietro.








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