2012-07-14 12:42:27

Vertice Asean: nessun accordo per le controversie sulle isole del Mar cinese


Le controversie territoriali sul Mar cinese meridionale hanno impedito - ed è la prima volta in 45 anni - all'Asean, l'Associazione delle nazioni del sudest asiatico, di concludere e Phnom Penh, in Cambogia, la riunione dei ministri degli esteri con un comunicato congiunto. Contrasti e polemiche - riferisce l'agenzia AsiaNews - che hanno segnato la riunione sono rimasti anche dopo la fine dell'incontro. Oggetto del contendere sono isolette e, a volte, scogli sparsi nel Mar cinese meridionale, ricchi di risorse naturali, compresi gas e, probabilmente, petrolio. La Cina rivendica la sovranità su quasi tutti questi territori. Le pretese di Pechino vedono l'opposizione di Filippine, Vietnam, Malaysia, Brunei e Taiwan che, a loro volta, avanzano diritti su alcune isole. Così, le Spratlys e le Paracels sono al centro di una disputa tra Cina e Vietnam e la Secca di Scarborough oppone Pechino e Manila. A Phnom Penh, dove si è tenuto l'incontro dei 10 Paesi che fanno parte dell'Associazione, conclusosi ieri, si sono scontrate di fatto due opzioni: quella cinese, che vuole la risoluzione delle controversie attraverso accordi bilaterali e quella che voleva invece un "Codice di comportamento" su base multilaterale, tesi sostenuta da diversi Paesi, compresi gli Stati Uniti. I fautori di quest'ultima impostazione sostengono che ogni negoziato a due sarebbe sbilanciato, vista la potenza della Cina. Prima dell'incontro era stato anche annunciata l'elaborazione di una serie di regole sui diritti marittimi e la navigazione, oltre che le procedure da seguire in caso di disaccordi fra le nazioni. Ma la Cina non è un Paese membro dell'Asean e ha respinto il tutto. Assente per tale motivo, Pechino ha fatto comunque pesare le sue posizioni. Diplomatici cinesi erano a Phnom Penh già prima dell'incontro e proprio la Cambogia, Paese ospitante e legato alla Cina, è stata accusata di averne tutelato gli interessi. Le Filippine e la Thailandia l'hanno apertamente accusata di essersi "costantemente opposta a qualunque menzione della secca" e di avere più volte insistito che non era possibile emettere un comunicato congiunto. Il ministro degli esteri del'Indonesia, Marty Natalegawa, molto impegnato per la ricerca di un accordo, ha espresso "profondo disappunto". "C'è ancora - ha aggiunto - una opinione comune che dobbiamo quanto meno accrescere i nostri sforzi per lavorare a un Codice di condotta per cominciare i nostri colloqui con la Cina sul Codice". (R.P.)







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