Quando la musica mette in accordo la pace: editoriale di padre Lombardi
Talvolta un accordo di note, così come un’immagine, vale più di tante parole sulla
pace. Se poi a suonare quelle note sono artisti il cui fatto di essere l’uno accanto
a l’altro è un “miracolo” di coesistenza, quelle note diventano un simbolo di fraternità.
È accaduto mercoledì scorso, quando a Castel Gandolfo si è esibita davanti al Papa
la West-Eastern Divan Orchestra, diretta dal maestro Daniel Baremboim. Un evento sul
quale si sofferma il nostro direttore generale, padre Federico Lombardi, nel
suo editoriale per il settimanale di informazione “Octava dies” del Centro Televisivo
Vaticano:
Straordinario
concerto, quello a Castel Gandolfo per la festa di San Benedetto, alla presenza del
Papa! Idea geniale, quella del Presidente italiano, Napolitano, di far incontrare
il Papa con l’ormai famosa Orchestra di giovani musicisti israeliani, palestinesi
e di altri paesi arabi fondata dal grande direttore ebreo Daniel Barenboim e dal letterato
palestinese Edward Said. E le due sinfonie di Beethoven eseguite, la quinta e la sesta
– come ricordava il Papa – esprimono rispettivamente i due aspetti fondamentali della
vita: il dramma e la pace. Davvero l’esercizio dell’arte, ben aldilà del procurare
solo un godimento estetizzante, può diventare messaggio potente di valori vitali per
l’umanità. Può fondere insieme, grazie alla musica, i talenti di popoli di cultura
e religione diversa per farne ambasciatori di pace! Ebrei, musulmani, cristiani che
accordano non solo i loro strumenti per l’armonia dei suoni, ma i loro animi per l’armonia
del saper vivere e costruire insieme!
Il Papa si prepara a un viaggio nel Libano
a settembre, per portare ai fedeli e ai popoli del Medio Oriente i frutti dell’assemblea
celebrata due anni fa dai vescovi della regione. Dopo di allora i Paesi arabi sono
entrati in profondo fermento, la Siria è dilaniata dalla violenza, la Terra Santa
continua ad attendere la soluzione di conflitti e tensioni interminabili. Ma come
ha detto il Papa, bisogna continuare a lavorare per la pace, “lasciando da parte la
violenza e le armi, impegnandosi per la conversione personale e comunitaria, con il
dialogo, con la paziente ricerca delle intese possibili”. Questo concerto è un segno
di speranza, piccolo forse, ma di forza spirituale intensissima. Splendido augurio
anche per il prossimo viaggio del Papa.