Passi avanti e casi umanitari: la Clinton a colloquio con il presidente della Birmania
Il Segretario di Stato americano Hillary Clinton prosegue la sua missione nel Sud
est asiatico. In Cambogia ha incontrato il presidente del Myanmar, Thein Sein: ha
lodato le “riforme economiche e politiche” in corso ma ha anche espresso preoccupazione
per il caso dei dieci operatori umanitari detenuti dallo scorso mese, contro alcuni
dei quali sono state formalizzate ieri le accuse. Il servizio di Davide Maggiore:
Le autorità
birmane non hanno fornito dettagli sulle imputazioni, secondo l’alto commissariato
delle Nazioni Unite per i rifugiati. Per questa agenzia dell’Onu lavorano tre degli
arrestati, di nazionalità birmana, mentre gli altri sette sono operatori di Medici
Senza Frontiere e del Programma alimentare mondiale. Lo stesso Alto Commissario Onu
per i rifugiati, Antonio Guterres, ha chiesto la scorsa settimana chiarimenti sulle
accuse, e l’autorizzazione a visitare gli impiegati detenuti. I dieci erano stati
arrestati nel nord-est del Myanmar, dove sono in corso scontri che coinvolgono la
minoranza etnica e religiosa dei Rohingya, di fede islamica. La stessa Hillary Clinton,
durante l’incontro con Thein Sein, ha affrontato il problema. Il Segretario di Stato
americano ha invitato il governo locale a proseguire negli sforzi per la democratizzazione,
che hanno portato ad un allentamento delle sanzioni di Washington contro il Myanmar.
Nel paese si apre ora lo spazio per investimenti delle imprese statunitensi, i cui
rappresentanti hanno accompagnato la Clinton nella sua visita.