La Bce punta al rafforzamento delle banche europee. Moody’s diminuisce l’affidabilità
dell’Italia
Spagna e Grecia nel mirino del Fondo Monetario Internazionale. Secondo l’istituto
di Washington, Atene è in ritardo nell’applicazione del piano di riforme concordato
con Ue, Bce ed Fmi. Positive invece le misure assunte da Madrid per contrastare la
crisi. Intanto Moody's ha tagliato due scalini da A3 a Baa2, il rating sui titoli
di Stato italiani, la previsione resta negativa. Oggi il premier Monti è negli Stati
Uniti in Idaho, dove si riunisce il gotha della finanza. ntanto il presidente della
Bce Mario Draghi si aspetta di vedere una “migliore” situazione del credito nel corso
di quest’anno anche se il miglioramento sarà lento e graduale. Nel suo bollettino
mensile, la Banca Centrale Europea ha affermato che è essenziale che le banche si
rafforzino per far ripartire l’economia. Il servizio è di Alessandro Guarasci:
La Bce rimane
guardinga. Vi sono ancora troppe tensioni sul debito sovrano, il settore finanziario
non è stato ancora adeguatamente ristrutturato, le banche si devono rafforzare per
sostenere famiglie e imprese. E poi, l’istituto di Francoforte sottolinea che ''non
si segnalano miglioramenti per il prossimo futuro'' del mercato del lavoro dell'area
euro e nel secondo trimestre è previsto un ulteriore calo. Ne consegue che la ripresa
risente di troppi fattori negativi. Anche le tasse sulla case, cresciute in Francia
e in Italia, è il caso dell’Imu, rischiano di deprimere il settore delle costruzioni.
Unica consolazione, il livello dei prezzi che quest’anno dovrebbero scendere, e il
prossimo anno dovrebbero raggiungere un tasso al di sotto del 2%. Da Roma interviene
il ministro dell’Economia Vincenzo Grilli, convinto che per l’economia italiana non
sia utile aumentare l'Iva, ma ci vorranno altri sei miliardi se si vuole evitare ai
inasprire l'imposta nella seconda metà del 2013. L'economista Luigi Paganetto:
R.
- L’aumento dell’Iva finisce per ridurre gli spazi di domanda interna e questo è uno
degli elementi che possono concorrere alla ripresa.
D. – Come dice la Bce bisogna
davvero ristrutturare il sistema bancario, per far ripartire l’economia in Italia
e in Europa?
R. – Se noi dobbiamo far ripartire l’economia internazionale occorre
che il sistema bancario torni a fare il finanziatore dell’economia reale, cioè dello
sviluppo industriale e dei servizi. Senza di questo sarà difficile riprendere con
la lena che è necessaria.