Rapporto Fao-Ocse: cala la produzione agricola mondiale, salgono i prezzi
Fao ed Ocse lanciano l'allarme: la produzione agricola mondiale sta diminuendo mentre
i prezzi continuano a crescere. Invitano dunque ad aumentare la produzione agricola
del 60% nei prossimi 40 anni per venire incontro alla crescente domanda di cibo e
lottare contro la piaga della fame. Chiedono poi di adottare misure urgenti e concrete
per calmierare i prezzi dei prodotti agricoli, fermare il degrado ambientale e il
cambiamento del clima: aspetti che incidono sulle capacità produttive, in particolare
dei Paesi che più soffrono di carenze alimentari. Sulle risposte al problema della
fame nel mondo, Giancarlo La Vella ha intervistato l’economista Riccardo
Moro:
R. – Io non
credo che sia solo una questione di produzione, anche se evidentemente la disponibilità
di prodotto è chiaramente fondamentale. Uno degli elementi più preoccupanti è che
siamo di fronte ad un trend di sistematico aumento dei prezzi, o comunque di
prezzi che saranno permanentemente elevati e questo per varie ragioni. In prospettiva,
noi abbiamo anche bisogno di interrogarci su come aumentare la produzione, ma oggi
abbiamo un problema di distribuzione che è inefficace.
D. – Secondo lei, com’è
possibile ridurre gli sprechi per migliorare la produzione attuale che, secondo molti
esperti, sarebbe già di per sé sufficiente a sfamare tutto il mondo?
R. – Abbiamo
bisogno di strumenti istituzionali, come la creazione di mercati in cui i produttori
possano trovarsi, incontrare i consumatori e vendere i loro prodotti, uscendo così
dalla dipendenza da un oligopolio formato da pochi operatori più grandi, come capita
in diversi Paesi del sud del mondo, che sono in grado di andare nelle zone più isolate
e raccogliere il prodotto ai prezzi che vogliono loro. Se ci fossero dei mercati più
diffusi, i prezzi risponderebbero maggiormente alle esigenze sia dei produttori che
dei consumatori.
D. – Considerando inoltre che molta della produzione viene
eliminata proprio per non far abbassare eccessivamente i prezzi…
R. – Sì, purtroppo
sì. O che oppure viene segregata… E’ molto brutto da dire, ma alcune situazioni di
carestia e di emergenza alimentare sono situazioni in cui fondamentalmente c’è una
inefficacia nella distribuzione: non c’è reale mancanza di prodotto. Questo evidentemente
è un fenomeno perverso. Lo si risolve nel momento in cui si pone in essere una forte
azione di natura istituzionale nella creazione di mercati, ma anche di formazione
– dall’altro lato – nel rafforzamento delle organizzazioni sia dei produttori, sia
dei consumatori. Questo è un lavoro prezioso, che non può essere dimenticato, accanto
al lavoro di miglioramento della produttività.
D. - Negli schemi economici
attuali, come s’inserisce la preziosa opera contro la fame che stanno portando avanti
tante organizzazioni non governative e in particolare la Chiesa cattolica?
R.
– Direi che molte organizzazioni fanno un servizio molto positivo. Quello è un ambito
in cui veramente c’è una partecipazione aperta di molte forze, che sono interessate
a un irrobustimento dei sistemi, piuttosto che non a una logica di profitto di alcune
grandi multinazionali, in grado di fare una fortissima azione di lobby.
D.
– Quindi l’azione umanitaria, che è essenzialmente gratuita, riesce o no a spezzare
questi schemi economici?
R. – Se noi abbiamo una visione di brevissimo periodo,
ci verrebbe da dire di “no”. In realtà, se noi guardiamo le cose in una prospettiva
più ampia, mi sembra che questo lavorio quotidiano di pressione politica, che nasce
dal mondo che si è impegnato nell’ambito delle azioni umanitarie, stia creando una
cultura nuova. Non per nulla, ad esempio, oggi si parla di sicurezza alimentare, mentre
ieri si parlava solo di emergenza fame. Non per nulla si sta parlando sempre di più
di sovranità alimentare, della possibilità cioè di ogni comunità di decidere che cosa
produrre, pensando alla sua sicurezza alimentare, ma salvaguardando colture in una
logica di sostenibilità della vita umana futura e dell’ambiente con la finalità della
salvaguardia della vita umana.