2012-07-12 14:36:50

Hillary Clinton nel Sudest asiatico, missione economica e diplomatica


Il segretario di Stato americano Hillary Clinton e il ministro degli esteri cinese Yang Jiechi hanno affermato oggi la loro volontà di lavorare insieme per la stabilità e il progresso dell' Asia. Il colloquio si è tenuto a Phonm Pen in Cambogia, dove sia gli Usa che la Cina partecipano come invitati al vertice dell'Asean, l' associazione che riunisce dieci Paesi dell' Asia sudorientale. Nelle prossime ore la Clinton vedrà anche il presidente birmano Thein Sein. Ieri, la storica visita nel Laos, la prima di un segretario di Stato americano dal 1975. Del significato di questa missione nel sud est asiatico, Fausta Speranza ha parlato con Luciano Bozzo, docente di Relazioni internazionali e studi strategici all’Università di Firenze: RealAudioMP3

R. - L’interesse degli Stati Uniti per il Sudest Asiatico, evidentemente, è proporzionale a quella che è l’importanza che quello scacchiere assume nella strategia globale americana, cioè in virtù dell’enorme aumento della potenza cinese, della crescente importanza degli scambi nell’area del Pacifico e dell’aumento evidentemente anche della potenza indiana. Quell’area si incunea tra la Cina e l’India: in particolare, i Paesi dell’area di cui stiamo parlando storicamente sono degli avversari e sono percepiti come tali proprio dalla Cina, perché si trovano ai margini della massa continentale dominata dalla potenza cinese.

D. - La Clinton ha dichiarato: dopo dieci anni focalizzati in Afghanistan e in Iraq, adesso gli investimenti statunitensi guardano a questa parte del mondo, a livello diplomatico, economico e strategico. Che cosa c'è davvero come obiettivo?

R. - Si avvicina il turno elettorale, le presidenziali americane. Evidentemente, gli Stati Uniti sono in una posizione delicata - se non critica - per quello che riguarda il Medio Oriente, area di crisi non risolte e di due guerre che si sono trascinate stancamente. Non avendo poi portato l’Iraq e l’Afghanistan ai risultati previsti nei tempi voluti e sperati, è chiaro che il massimo interesse del presidente Obama è concentrare l’attenzione della stessa opinione pubblica americana in un’area nuova, promettente e che evidentemente comporta in questo momento molti minori rischi per gli Stati Uniti e maggiori possibilità di sviluppo positivo.

D. - Dimenticando un po’ il punto di vista statunitense, andiamo ora con lo sguardo ai Paesi del Sudest Asiatico. C’è la questione del Mar cinese meridionale, tra Filippine, Cina e Vietnam, e forse ci sono anche altre questioni più urgenti. Ne delineiamo qualcuna?

R. - L’aumento dell’importanza economica e geoeconomica dell’area del Pacifico ha aumentato ed enfatizzato l’importanza dei traffici marittimi: sia per l’esportazione delle produzioni cinesi che per l’importazione in Cina delle materie prime, indispensabili alla crescita ed alla stabilità del Paese. A questo si associa poi il problema del controllo di ciò che esiste nei fondali marini, le risorse naturali - petrolio, gas - ma anche delle stesse risorse ittiche, che non sono irrilevanti per alcuni Paesi dell’area, penso per esempio al Vietnam. Tutto ciò ha scatenato la disputa attorno alle isole Spratly e Paracel, che peraltro si trascina da decenni, ma che in qualche modo è stata esacerbata in questi ultimi anni. Ci sono state anche delle situazioni di forte tensione militare, degli scontri tra unità navali, ed è una disputa che vede contrapporsi la Repubblica Popolare cinese, Taiwan, le Filippine e il Vietnam e ognuno di questi attori ha delle rivendicazioni su quell’area.







All the contents on this site are copyrighted ©.