2012-07-10 14:59:09

I cristiani in fuga dall'Iraq. Mons. Warduni: per farcela dobbiamo restare uniti


Sono cinquemila le famiglie cristiane che hanno lasciato negli ultimi mesi la zona di Mossul nel nord dell’Iraq. Mossul, distante 400 chilometri da Baghdad, è tornata ad essere insicura e le violenze sono all’ordine del giorno malgrado il piano di sicurezza ideato dal premier, Nuri al-Maliki, e l’impegno dichiarato dell’esercito. Dal 2005 alla fine del 2011 sono stati almeno 69 casi di omicidio tra i membri della comunità cristiana, in particolare giovani e studenti di scuola e università. Della situazione dei cristiani in Iraq Fausta Speranza ha parlato con mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad, che innanzitutto allarga il discorso a tutto il Medio Oriente:RealAudioMP3

R. – La situazione in Medio Oriente, in genere, non è buona - come tutti sanno - e questo influisce anche sull’Iraq. Inoltre, la nostra situazione non è tranquilla perché ci sono diverse questioni tra il governo, i partiti e le confessioni e ciò influisce negativamente su tutto il Paese. Noi dobbiamo parlare innanzitutto dela situazione in generale degli iracheni, perché i cristiani vivono in questo ambiente. In più, il numero di noi cristiani è minore rispetto a quello degli altri, specialmente dei musulmani, e questo ci fa vivere tante altre difficoltà. La fuga dei cristiani, purtroppo, non si ferma e avviene ovunque: da Mosul, dal Nord, da Baghdad. I cristiani di Mosul in genere vanno al Nord oppure fuggono all’estero, verso altre nazioni. Da noi manca la pace, manca la sicurezza, mancano le occasioni di lavoro.

D. – Come mai la politica non riesce a sostenere i cristiani o comunque è troppo debole l’intervento in difesa delle minoranze?

R. – Ci fanno tante belle promesse, ma di fatti ce ne sono pochi. Una delle cause è che il governo è occupato nella riconciliazione fra questo e quello, tra chi chiede di più e chi chiede di meno, e non guardano quindi al bene della nazione. Dicono di voler risolvere tutti i problemi, di volere il bene di tutti, però nei fatti non è così. C’è però una lacuna anche nei cristiani, nella loro mancanza di unità, mancanza di cooperazione, mancanza di aiuto reciproco. Questa è una grande lacuna. Quindi, noi dobbiamo unirci per poter resistere e per poter preparare, offrire, presentare le nostre difficoltà con unità, con più forza.

D. – Durante la guerra in Iraq, molti cristiani sono fuggiti in Siria. Ora, queste persone stanno fuggendo anche dalla Siria, stanno tornando in Iraq, e cosa altro?

R. – Certamente, molti di loro stanno fuggendo. Molti sono andati in Turchia, molti sono voluti andare in Giordania, ma non li fanno restare e sono tornati in Iraq, e molti, forse, sono andati in Libano. Quindi, questi poveri fuggono da un posto all’altro e solo il Signore li aiuta, perché il mondo è occupato nei suoi affari: come fare politica, come vendere di più le armi a questo o quello. Questi sono i mali della guerra o i mali del mondo di oggi: gli interessi, mammona. Ciascuno vuole per sé.







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