2012-07-10 07:53:04

A Sarajevo il 26.mo Incontro mondiale per la pace


A vent’anni dal drammatico assedio di Sarajevo, la Comunità di Sant’Egidio e l’arcidiocesi di Vrhbosna-Sarajevo promuovono l’Incontro Mondiale per la Pace “Uomini e Religioni”, che avrà luogo nella città bosniaca dal 9 al 11 settembre 2012. L’iniziativa, che intende realizzarsi in collaborazione con tutte le realtà religiose, politiche e culturali della Bosnia ed Erzegovina, vedrà la partecipazione di leader di tutte le grandi religioni, di esponenti del mondo politico e culturale internazionale oltre a diversi rappresentanti di governo. Il meeting si colloca nella linea degli eventi annuali di dialogo interreligioso - dopo il 25° tenutosi a Monaco di Baviera - promossi dalla Comunità di Sant’Egidio nello spirito di Assisi, la storica Giornata di Preghiera voluta dal Beato Giovanni Paolo II nel 1986. L’Incontro inoltre intende coinvolgere le realtà culturali e politiche di tutti i Paesi del nostro continente, per riaffermare, ripartendo da Sarajevo - luogo di sofferenza e di speranza, antica società della convivenza tra diversi - la cultura del vivere insieme come valore europeo e proposta dell’Europa al mondo intero. Nel 2012 ricorre il ventennale dell’inizio della guerra in Bosnia, che ha avuto Sarajevo come città simbolo della sofferenza e della distruzione. L’appuntamento di settembre serve a mettere in rilievo il nuovo ruolo delle religioni che oggi diventano elemento di unità e convivenza. La Bosnia è Europa e l’Europa può contribuire attivamente alla ricostruzione del Paese. Da Sarajevo, città martire può nascere un nuovo spirito di incontro, oltre le ferite e i rancori, per una nuova memoria condivisa”. Sarajevo, paradigma della convivenza tra diversi – ha affermato il cardinale Puljic – ha bisogno di un evento come questo, segno di grande speranza per la rinascita di una regione che ha sperimentato dolore e sofferenza. L’emersione di un Islam dialogante in Bosnia può contaminare positivamente la qualità di quella che è ormai diventata la seconda religione in Europa”. Il cardinale ha ricordato le parole del beato Giovanni Paolo II che, visitando la capitale bosniaca, la definì “Gerusalemme d’Europa”. (R.P.)







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