2012-07-09 13:56:47

Sud Sudan: "Sos Villaggi dei Bambini" avvia spazi per l’infanzia e accoglie minori senza cure


Fornire protezione, nutrizione e cure sanitarie ai figli dei profughi rimpatriati dal Sudan al Sud Sudan. È la missione che sta portando avanti la Onlus Sos Villaggi dei Bambini nelle aree di frontiera del Sud Sudan, dove incombe un flusso di mille rifugiati al giorno rimpatriati da Khartoum, in un contesto in cui mancano ripari, acqua potabile e cibo. In una nota della stessa organizzazione si informa che dopo l’avvio dei Centri temporanei Sos, a Juba e Malakal, i mesi di maggio e giugno sono serviti allo staff di Sos Villaggi dei Bambini per formare gli educatori responsabili degli spazi dedicati ai bambini, su temi quali la tutela dei minori, la nutrizione e l'igiene. Vicino al centro di transito Unhcr di Malakal, dedicato ai rimpatriati che arrivano da Renk, lo staff Sos ha avviato il primo spazio dedicato all’infanzia, che attualmente è frequentato da 110 bambini. Alcuni di questi hanno i genitori al Centro di transito, altri sono stati separati dalle loro famiglie e per loro sono state avviate le procedure per rintracciare i genitori e riunificarli. Nel frattempo, i bambini privi di cure accolti nel Villaggio Sos di Malakal in seguito al rimpatrio, saranno ospitati nelle Case famiglia Sos e nella Casa del giovane Sos, a seconda della loro età, come previsto nel programma di emergenza. “Il futuro è ancora imprevedibile. L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Iom) prevede di rimpatriare altre 42.000 persone da Khartoum a Malakal nei prossimi mesi” afferma Zamzam Kome, Responsabile del Programma di Emergenza Sos in Sudan. “L’accordo d'intesa firmato tra Sudan e Sud Sudan per i bambini separati dalle famiglie è scaduto il 30 giugno 2012 - prosegue l’esponente della Onlus - ma ci auguriamo che venga prorogato al 31 dicembre, dando il tempo sufficiente per offrire accoglienza a tutti i bambini non accompagnati a sud”. “Noi di Sos Villaggi dei Bambini siamo pronti a sostenerli e prenderci cura di loro”, conclude Zamzam Kome. (M.G.)







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