Repubblica Ceca: il dibattito parlamentare sui beni della Chiesa a un punto morto
“Il dibattito sulla stesura del disegno di legge riguardante l’accordo sui beni della
Chiesa e delle organizzazioni religiose è giunto a un’impasse”. Lo si legge in un
comunicato congiunto diffuso in questi giorni dai leader della Conferenza episcopale
ceca, del Concilio ecumenico delle Chiese e della Federazione delle comunità ebraiche
in Repubblica Ceca. Secondo i firmatari – riporta l’agenzia Sir - al posto di “un
dibattito oggettivo” si è creato “uno scontro politico” caratterizzato “dall’assenza
di moralità” e dall’incapacità di percepire la realtà dei fatti in merito alla questione
dell’indennizzo per i danni causati dal regime comunista. I firmatari del documento
criticano il fatto che il Parlamento, che ha approvato la legge in terza lettura,
accusi le Chiese e le comunità religiose di “scorrettezza e disonestà”, poiché questa
è “un’offesa contro tutti i fedeli” che vivono in Repubblica Ceca. I firmatari invitano
dunque tutte le parti a raggiungere presto un accordo così che “lo Stato possa: porre
fine al sostegno finanziario erogato alle Chiese e alle comunità religiose; terminare
l’immobilizzazione delle terre che erano inizialmente di proprietà della Chiesa in
modo tale da poter consentire lo sviluppo dei villaggi e delle città; porre fine alla
preoccupante situazione di insicurezza legale in materia di diritto di proprietà in
Repubblica Ceca per stimolare lo sviluppo e gli investimenti, la costruzione delle
infrastrutture e contribuire allo sviluppo del mercato del lavoro; risolvere infine
la questione del passato comunista tramite una restituzione parziale chiudendo così
in maniera positiva il capitolo relativo al regime totalitario”. I rappresentanti
delle Chiese e delle organizzazioni religiose considerano la legge relativa all’accordo
sui beni “un compromesso per il bene di tutte le parti interessate: Chiese, Stato
e l’intera società”. (R.P.)