Giustizia: soppressi 37 tribunali e cancellate 220 sezioni distaccate. Auriemma: una
revisione necessaria
Spending review. Uno dei capitoli riguarda la giustizia. Soppressi 37 tribunali e
38 Procure; cancellate 220 sezioni distaccate; annullate 674 sedi dei giudici di pace
per un totale di mille edifici che verranno dismessi. Nessun taglio agli organici:
i dipendenti amministrativi e i magistrati saranno "redistribuiti sul territorio".
Mancano però ancora i pareri non vincolanti delle commissioni giustizia di Camera
e Senato e del Consiglio Superiore della Magistratura e la stesura definitiva prevista
a settembre. Una revisione necessaria per il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli:
ora bisognerà "verificare caso per caso se vi siano modifiche da proporre”. Critiche
vengono invece mosse dagli avvocati, pronti allo sciopero. Debora Donnini ha
chiesto un commento a Paolo Auriemma, componente del Csm:
R. – Oggi
si parla particolarmente di spending review: in realtà la razionalizzazione
del sistema giustizia è un fatto che viene da lontano, è un fatto che viene da una
richiesta dell’intero sistema giustizia da anni. In particolare, ciò che oggi è stato
portato all’esame del Consiglio del ministri è quella legge delega che fu fatta dal
precedente governo. Quindi non è un decreto legge quello che noi andiamo ad adottare
oggi, ma una delega al governo per la rivisitazione delle circoscrizioni giudiziarie,
della geografia giudiziaria italiana che risale al 1860 circa, addirittura prima dell’Unità
di Italia. Allora si prese atto dei tribunali che erano sul territorio – la famosa
“Legge Rattazzi”. Da allora nulla è stato fatto. Finalmente oggi riteniamo che ci
si muova in un’ottica di ricostruzione del sistema della geografia giudiziaria che
può portare ad una razionalità del sistema. Portando ad una razionalità, porterà anche
dei risparmi per il Paese.
D. – Il precedente assetto rispondeva anche a difficoltà
di spostamenti. Oggi probabilmente le cose sono cambiate: secondo lei, quindi, può
portare dei vantaggi proprio nella stessa amministrazione della giustizia?
R.
– Assolutamente sì! L’assetto degli uffici giudiziari è un assetto addirittura pre-unitario.
Questo lavoro cerca di riassestare il sistema, facendo in modo che gli uffici siano
di dimensioni tali da poter essere agili e dare quindi una risposta di giustizia più
rapida. Questo comporta naturalmente una ridefinizione della geografia giudiziaria
sul territorio: eliminare gli uffici troppo piccoli, ripensare agli uffici molto grandi,
eliminare quelle piccole realtà che servivano localismi quali erano le cosiddette
sedi distaccate; quelle che un tempo si chiamavano preture oggi vengono abolite. Quindi
nuclei, non troppo piccoli e non troppo grandi, agili e in grado di dare una maggiore
risposta di giustizia. E poi – ripeto – c’è anche l’aspetto economico.
D.
– Il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, ritiene ragionevole questo intervento e
dice che la revisione delle circoscrizioni giudiziarie era necessaria e che ora bisognerà
verificare,caso per caso, se vi siano delle modifiche da proporre…
R. – Ovviamente
io sono assolutamente in linea con quello che – ripeto – l’intera cultura giuridica
ha chiesto per anni. Questa revisione era necessaria. E’ chiaro che il governo propone
uno schema e se lo manda alle Commissioni Giustizia di Camera e Senato e se lo manda
al Consiglio Superiore per avere il loro parere, noi non possiamo non prendere atto
che degli aggiustamenti, dei suggerimenti si possano fare proprio in questa fase.
Dovremo esaminare con attenzione lo schema di decreto legislativo e andare a vedere
le singole situazioni: per quel che riguarda il Consiglio superiore solo e unicamente
sotto il profilo dell’organizzazione degli uffici ai fini della migliore funzionalità
del sistema. Altre saranno le valutazioni di Camera e Senato: non sono certo identiche
le valutazioni delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato con quelle del Csm.
Naturalmente suggerire vie migliori, se ce ne sono… Senz’altro lo spirito del decreto,
al di là dei tecnicismi che potremo trovare o dei difetti e pregi che potremmo trovare
nel singolo punto, è lo spirito che proprio tende - e che quindi è condivisibile –
a migliorare l’intero sistema giustizia per una risposta di giustizia più pronta.