Giornata della vita nel Regno Unito. I vescovi: difendere la dignità del corpo umano
“Usa il tuo corpo per la gloria di Dio”: è un versetto della prima Lettera ai Corinzi
(1 Cor 6,20) il tema scelto dalla Conferenza episcopale di Inghilterra a Galles per
la Giornata della vita. Celebrata ogni anno nell’ultima domenica di luglio, per il
2012 l’iniziativa cade il 29 luglio e si concentra sull’importanza del corpo umano,
da difendere e tutelare a partire dal concepimento e fino alla morte naturale. In
un messaggio reso noto per l’occasione, i vescovi inglesi ribadiscono che “il corpo
umano è un dono straordinario” e in questo contesto, essi guardano anche alle Olimpiadi
e Paralimpiadi che si terranno a Londra tra luglio e settembre, così come ai Giochi
del Commonwealth, in programma in Scozia nel 2014. “Tali eventi – si legge nel documento
episcopale – sottolineano l’importanza di una buona salute, della cura del nostro
corpo e dell’esercizio fisico”. Centrale, poi, il riferimento al “corpo e sangue di
Cristo”, che “si è fatto uomo” così come al principio che l’individuo è “al tempo
stesso corpo e anima”, e che attraverso di essi può sperimentare “l’amore di Dio”.
Per questo, i vescovi inglesi affermano: “Il corpo è degno della massima cura e del
massimo rispetto, non solo perché è un bene di per sé, ma anche perché viene santificato,
attraverso il Battesimo, come tempio dello Spirito Santo”. Inoltre, poiché l’uomo
è creato “ad immagine e somiglianza di Dio”, il suo corpo contiene “il piano eterno
pensato da Dio” ed è destinato alla Risurrezione. Quindi, il messaggio della Chiesa
inglese fa un collegamento tra il rispetto della persona ed il rispetto dell’ambiente:
“In una cultura in cui si gettano via molte cose – si legge nel testo – si consuma
più di quel che serve e si sfrutta incautamente l’ambiente, è facile avere un atteggiamento
simile anche verso la persona umana ed il suo corpo”. Di qui, il richiamo a quella
“ecologia umana” citata spesso da Benedetto XVI, poiché “promuovere l’ecologia umana
significa dimostrare ancora più attenzione alla persona umana ed alla dignità del
corpo”, considerando anche che “il modo in cui si trattano gli uomini influenza il
modo in cui si tratta l’ambiente e viceversa”. La Conferenza episcopale di Inghilterra
e Galles invita, perciò, ad nuovo “stile di vita” che “contrasti la tendenza a ridurre
la persona ai suoi componenti fisici o biologici, ad una merce, ad un oggetto da vendere,
comprare o sfruttare senza far riferimento alla sua natura spirituale e morale”. “Bisogna
liberarsi – sottolineano i vescovi – dalla tentazione di giudicare se stessi secondo
il modello irrealistico del ‘corpo perfetto’ così spesso propagandato dagli interessi
commerciali”. Anche perché, scrivono i presuli inglesi, “dove manca il rispetto per
il diritto alla vita dal concepimento fino alla morte naturale, dove il concepimento,
la gestazione e la nascita di un essere umano avvengono artificialmente e gli embrioni
vengono sacrificati alla ricerca, allora là la coscienza della società perde la sua
sensibilità nei confronti della persona umana e di quel dono e tesoro che è il Creato”.
L’invito, quindi, è a “contribuire al vero bene del corpo umano” che, a sua volta,
“contribuisce al bene morale e spirituale dell’uomo e della società”. Guardando, poi,
agli atleti che si allenano per le Olimpiadi, e ai quali è richiesto “equilibrio ed
armonia tra il corpo, lo spirito e la mente”, la Chiesa inglese esorta a far riferimento
a San Paolo il quale scriveva: “Tutti gli atleti gareggiano per vincere una corona
che appassirà, ma i cristiani lo fanno per una corona che non sfiorirà mai”. Infine,
i vescovi di Inghilterra e Galles richiamano l’importanza dell’Eucaristia, “il cibo
più prezioso” che avvicina l’uomo “alle sofferenze del corpo di Cristo sulla croce
ed alla sua meravigliosa trasformazione nella gloria della Risurrezione”. (I. P.)