Pakistan: shock e vergogna per il caso dell’uomo arso vivo per l'accusa di blasfemia
C’è forte preoccupazione, profondo dolore e shock per il caso dell’uomo accusato di
blasfemia e arso vivo nei pressi di Bahawalpur, in Punjab. La località si trova della
diocesi di Multan e un team della Commissione diocesana “Giustizia e Pace” si è attivato
per chiarire i diversi aspetti del caso: sembra infatti che l’uomo non fosse della
zona, secondo alcuni era un disabile mentale, non si conosce la sua famiglia di provenienza.
Come riferito all'agenzia Fides, il team “Giustizia e Pace” non ha ancora potuto recarsi
sul luogo del delitto perché al momento non sono garantiti ordine e sicurezza. Nell’area
di Bahawalpur vi sono gruppi radicali islamici che hanno avuto forte peso in tale
episodio. Mons. Andrew Francis, vescovo di Multan, che si tiene in costante contatto
con i cristiani di Bahawalpur, ha detto a Fides: “Condanniamo l’indicibile e macabro
gesto, come ogni forma di disumana violenza. Provo vergogna a pensare che sia avvenuto
nella mia diocesi. Come Chiesa locale continuiamo a porre molta attenzione e a seguire
la vicenda e le sue implicazioni, con prudenza e con la preghiera”. Il vescovo, che
è anche Presidente della “Commissione per il Dialogo interreligioso” nella Conferenza
episcopale, afferma che “la Chiesa raddoppierà gli sforzi nel dialogo con i leader
musulmani”, per fermare ogni forma di estremismo. La vicenda ha creato sconcerto in
tutta la società, nella politica, fra le minoranze religiose. Il presidente del Pakistan
Asif Ali Zardari, definendo l’incidente “straziante”, ha ordinato una inchiesta per
indagare sul linciaggio. In una nota inviata a Fides, Paul Bhatti, Consigliere del
Primo Ministro per l’Armonia nazionale, ha espresso profondo dolore e preoccupazione,
notando che “a nessuno dovrebbe essere permesso di appropriarsi della legge”, auspicando
che “sia fatta giustizia”. (R.P.)