Mali: l'Onu apre a intervento militare nel Nord. Nel Paese è allarme colera
Preoccupazioni per il deterioramento del quadro umanitario, per i legami tra gruppi
ribelli e gruppi terroristici, ma anche una prima apertura alla possibilità di un
intervento armato nel nord del Mali: in questi termini, ieri, il Consiglio di sicurezza
dell’Onu ha adottato all’unanimità una risoluzione in cui si fa riferimento alla richiesta
di autorizzare una forza di stabilizzazione avanzata dalla Comunità economica dei
paesi dell’Africa occidentale (Cedeao). Nella risoluzione il Consiglio ha detto di
essere pronto a esaminare ulteriormente questa richiesta e ha incoraggiato una stretta
cooperazione tra le autorità di transizione del Mali , la Cedeao, l’Unione Africana
e gli altri Paesi al fine di preparare dettagliate opzioni sul mandato di questa eventuale
forza di stabilizzazione. Nel comunicato si denunciano le violenze, le recenti notizie
di patrimoni culturali distrutti in particolare a Timbuctù e i legami tra i gruppi
ribelli e Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi). La preoccupazione del Consiglio riguarda
anche la proliferazione di armi in tutta la regione del Sahel segnata tra l’altro
da un periodo di siccità che sta avendo gravi ripercussioni sulle condizioni di vita
della popolazione. “Gli ospedali saccheggiati, la mancanza di farmaci e di personale
specializzato – dicono fonti dell'agenzia Misna a Gao – stanno purtroppo impedendo
una risposta efficace contro alcuni focolai di colera registrati in alcuni villaggi
intorno alla città”. Secondo il Comitato internazionale della Croce Rossa (Cicr),
la situazione sarebbe almeno per ora sotto controllo con 32 casi registrati e due
soltanto mortali. Della generale situazione nel nord del Paese e di possibili forme
di collaborazione il primo ministro di transizione Cheick Modibo Diarra parlerà oggi
in Marocco dove è arrivato ieri per una visita di due giorni. (R.P.)