2012-07-06 13:52:55

Le reliquie di Sant'Antonio per la prima volta in pellegrinaggio in Francia


E’ in corso in Francia il primo pellegrinaggio delle reliquie di Sant’Antonio di Padova. I sacri resti vengono esposti alla venerazione dei fedeli in varie regioni nel Sud del Paese dove il religioso francescano predicò il Vangelo tra il 1222 e il 1227. Padre Enzo Poiàna, rettore della Basilica del Santo di Padova, ci spiega il carisma di uno dei santi più amati al mondo, e non solo dai cattolici. L'intervista è di Emanuela Campanile:RealAudioMP3

R. – Sant’Antonio nel suo tempo così come anche oggi continua a proporre l’essenziale della fede cristiana, che è – da una parte – il Vangelo e – dall’altra – la carità. Dalla mia esperienza, in questi sette anni abbondanti di servizio qui alla Basilica come rettore, mi sono accorto che Sant’Antonio non è una presenza nel ricordo, ma è una presenza viva, con cui stabilire un rapporto. Questo rapporto i devoti di Sant’Antonio ce l’hanno così confidenziale che a volte è commovente ascoltare le loro esperienze e ascoltare come si affidino anche al Santo.

D. – Testimonianza delle parole di Sant’Antonio è la Biblioteca della Basilica…

R. – Tra i testi antichi ci sono anche i Sermoni di Sant’Antonio: questa raccolta di riflessioni, di studi, di testi, preparati ad uso dei predicatori, affinché si preparassero e studiassero la Sacra Scrittura e potessero quindi predicare secondo la tradizione della Chiesa.

D. – Tra l’altro, se non sbaglio, Sant’Antonio fu proprio il primo nell’Ordine francescano anche a insegnare teologia…

R. – Sì, questo è un altro aspetto importante. Io credo che Sant’Antonio abbia portato un contributo notevole al francescanesimo. Il francescanesimo non è soltanto Francesco: il francescanesimo è fatto da Francesco e dai suoi seguaci, uno di questi seguaci è Antonio, che aveva capito che l’ignoranza delle Scritture era un pericolo per la professione della retta fede da parte dell’Ordine e di tutti i frati e si preoccupò di istruire i frati.

D. – Qual è la responsabilità di essere rettore della Basilica del Santo?

R. – E’ la responsabilità, prima di tutto, di dover mantenere il più possibile fede all’insegnamento e alla spiritualità di Sant’Antonio; dover poi fare i conti con un Santo che è venerato a livello internazionale, ma anche al di fuori dei confini della Chiesa cattolica: ci sono esperienze mie personali di incontro con buddisti, induisti, islamici che esprimono una devozione nei confronti di questo Santo.

D. – Questo lei come se lo spiega?

R. – Io non riesco a spiegarmelo, perché mi dico che San Francesco è conosciuto universalmente mentre Sant’Antonio è meno conosciuto dal punto di vista della sua importanza come dotto, come teologo, come conoscitore, come scrigno della Sacra Scrittura, ma è conosciuto come se fosse una persona viva, nella realtà quotidiana di tante, tante persone.







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