Il cardinale Piacenza: il Magistero traccia la strada per superare l'emergenza educativa
“Il ponte dottrinale fra la formazione seminaristica e la formazione permanente non
può che essere costituito dal Magistero che guida la Chiesa” e “nessun educatore,
può arbitrariamente presumere di essere al di sopra del Magistero, intuendo prima,
meglio e più di esso, le reali esigenze della Chiesa di Cristo!” Lo ha detto il cardinale
cardinale Mauro Piacenza intervenendo alla XXII edizione del corso internazionale
di formatori per Seminari, che si sta svolgendo a Roma al Pontificio Collegio Internazionale
Maria Mater Ecclesiae. I partecipanti alle precedenti edizioni - riferisce l'agenzia
Zenit - sono un totale di 1490 sacerdoti provenienti da 96 paesi e 672 diocesi. In
questa XXII edizione i partecipanti sono 56, provenienti da 33 Paesi e 53 diocesi.
Dopo aver fatto un’analisi della situazione di “emergenza educativa” in cui si trova
il mondo, il Prefetto della Congregazione del Clero ha spiegato che “la stessa missione
educativa della Chiesa deve continuamente essere rinvigorita, rafforzata e rilanciata
da questa autentica passione per l’uomo; passione, che, come dice l’etimologia del
termine passio, è innanzitutto condivisione partecipata della medesima condizione
di “domanda di significato”. Per comprendere l’umano e per dare ragioni alla piena
umanizzazione, il porporato ha proposto l’incontro con Gesù Cristo, che Benedetto
XVI ha indicato nella 'Deus caritas est', come: “Incontro con un Avvenimento, una
Persona” (n. 1). Secondo il cardinale Piacenza “È possibile dunque affermare che la
risposta a ciò che l’uomo è, che non è dentro di lui, si è resa incontrabile, ci è
venuta incontro, si è rivelata in quello che era l’ambito più prossimo all’uomo: l’uomo
stesso”. Il Prefetto della Congregazione per il Clero ha sottolineato che “tale incontro
tra l’umanità, come domanda, e l’Avvenimento di Cristo, come risposta, costituisce
la possibilità di ogni formazione autentica”. “L’Avvenimento dell’incontro con Cristo
è il primo fattore educativo - ha continuato - proprio perché educa a stare in quella
posizione di grato stupore, tipica del senso religioso, che costituisce l’essenza
dell’uomo di fronte a Dio”. “Ciò che Cristo vive per natura, noi possiamo vivere per
grazia” ha aggiunto, perchè “il percepire se stessi alla Presenza del Mistero permette
all’umano di vivere secondo l’alta Vocazione alla quale il Creatore lo ha chiamato:
essere immagine e somiglianza di Dio”. “A nessuno sfugga – ha concluso il cardinale
Piacenza - come tale “immagine e somiglianza” abbia in Gesù Cristo il proprio unico
modello”. (R.P.)