Il Consiglio dei ministri è riunito per il varo del decreto sulla spending review,
la revisione della spesa. Tra le misure più importanti, quelle che riguardano la sanità
e il pubblico impiego. Rinviato invece ad un provvedimento successivo l’annunciato
taglio delle province. Servizio di Giampiero Guadagni:
Nelle intenzioni
del premier Monti la spending review è un segnale forte all’Europa sulla volontà dell’Italia
di intraprendere la strada della crescita senza abbandonare quella del risanamento.
Molte le misure forti del decreto. Intanto quelle sul pubblico impiego: con il taglio
del 10% degli impiegati e del 20% dei dirigenti, accorpamento di uffici, riduzioni
di buoni pasto e auto blu. Cinque miliardi di risparmi arriveranno dalla sanità fino
al 2014, con una stretta su farmaci, acquisti di beni e servizi. Salvi invece i mini
ospedali, le strutture cioè con meno di 80 posti letto. Slitta al luglio 2013 l’aumento
dell'Iva di due punti percentuali. Salta il blocco delle tariffe, mentre viene confermato
l’aumento di 55 mila lavoratori esodati salvaguardati. Non c’è il taglio del numero
delle Province che dovrebbe rientrare in un prossimo decreto, forse ad agosto. Tra
le altre misure: tagli alle spese di Palazzo Chigi e ai contributi di radio e tv locali.
Per i libri scolastici gratuiti è previsto lo stanziamento di 103 milioni l'anno a
partire dal prossimo. Duecento milioni di spese sono autorizzate per il 2013 a favore
di scuole e Università non statali. Previsto anche un incremento di 90 milioni per
prestiti d'onore e borse di studio. Queste dunque le principali misure messe a punto
dal governo che andranno all’esame dell'aula della Camera a partire dal 31 luglio.