2012-07-04 15:20:30

Tensione Siria-Turchia. Mosca dice no all'asilo politico per il presidente siriano Assad


Nessun confronto Stati Uniti-Russia sull’asilo politico al presidente siriano Assad. Lo ha ribadito il ministro degli Esteri, Lavrov, dopo alcune indiscrezioni di stampa. Intanto sale la tensione tra Damasco e Ankara a due settimane dall’abbattimento di un caccia turco mentre oggi Ankara ha annunciato il ritrovamento in mare dei corpi dei piloti. Il presidente siriano, in un’intervista, ha accusato la Turchia di sostenere i terroristi. Intanto nel Paese, oggi, sono una ventina le vittime della violenza. Benedetta Capelli ha raccolto l’opinione di Fabio Grassi, esperto di questioni turche, autore del libro “Atatürk. Il fondatore della Turchia moderna”:RealAudioMP3

R. – Penso che sia utile precisare una cosa, cioè che Assad non ha dato l’intervista a un quotidiano turco qualsiasi ma a un quotidiano fortemente, decisamente oppositore dell’attuale governo del primo ministro. Questo è un primo aspetto interessante. Certamente la posizione di Assad è piuttosto dura ma è anche molto dura quella della Turchia negli ultimi tempi verso il regime di Assad ed è forte proprio l’interventismo dell’amministrazione turca in questo periodo. Io ero a Istanbul quando è stato abbattuto l’aereo; pochi giorni dopo ho avuto occasione di parlare con un’importante studiosa e ci siamo messi a vagliare tutte le possibili motivazioni razionali di quella che appare anche più una provocazione o un’imprudenza: abbiamo esaurito tutte le teorie complottiste, dietrologiche, senza riuscire a trovare, per la verità, una spiegazione convincente, il che è forse la cosa più preoccupante. Evidentemente una chiave di lettura possibile è quella di un sostegno alla componente sunnita della Siria contro quella che è un’amministrazione alawita e che rappresenta una parte minoritaria della popolazione siriana. Sta di fatto che l’amministrazione turca, due, tre anni fa proclamava come principio forte della sua politica estera “zero problemi con i vicini”.

D. - Perché è cambiato il giudizio nei confronti del regime di Assad?

R. - Una spiegazione che si può dare è che Ankara rivendica un suo ruolo di interlocuzione che finisce per essere quasi anche una richiesta di essere ascoltata molto attentamente. E questa richiesta si basa su una grande crescita economica, quindi su una maggiore forza oggettiva del Paese.

D. – Un’eventuale uscita di scena di Assad per la Turchia che cosa potrebbe significare?

R. – La Turchia sta chiaramente navigando contro il regime di Assad e la cosa più logica che si possa pensare come obiettivo della Turchia è un regime siriano in qualche modo affine, sintonico con i movimenti della "primavera araba" e quindi che portino sia a un assetto più democratico, sia alla prevalenza di partiti o di movimenti che sono nell’area sunnita.

D. – Faceva cenno alla potenza economica della Turchia, oggi questo Paese come si colloca nello scacchiere geopolitico e soprattutto che Paese è?

R. – La Turchia si colloca in un’area strategica fondamentale, però è un Paese che ha una collocazione ancora incompiuta e la va cercando recuperando anche il retaggio della sua natura ottomana. C’è un dato di fatto, e poi alla fine lì dobbiamo sempre tornarci, è un Paese che si muove "sciolto", relativamente parlando, nel momento in cui le cose con l’Unione europea stanno andando a finire male. Certo faremmo altri discorsi se la Turchia fosse già membro dell’Unione europea o comunque fosse prossima ad esserlo.







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