2012-07-04 14:55:50

Documento dei vescovi spagnoli su amore coniugale, ideologia di genere e legislazione familiare


La Conferenza episcopale spagnola ha presentato oggi a Madrid il documento elaborato dall’assemblea plenaria dal titolo “La verità dell’amore umano. Orientamenti sull’amore coniugale, l’ideologia di genere e la legislazione familiare”. Ce ne parla Sergio Centofanti.

I vescovi spagnoli con questo documento intendono riannunciare “il vangelo del matrimonio e della famiglia come un bene per tutta l’umanità” a fronte di una legislazione nazionale che svaluta queste due realtà generando – affermano senza eufemismi – “una cultura della morte” con il fenomeno degli aborti, dei divorzi e dello sfruttamento dei più deboli e dei più poveri. Ma la speranza della Chiesa spagnola è che – contrariamente a quanto ha mostrato fin qui la politica – nella società civile si registra una crescente rivalutazione del matrimonio e della famiglia con la nascita di numerosi movimenti e associazioni. I vescovi denunciano che alla base delle nuove leggi c’è “l’assolutizzazione soggettiva della libertà che, slegata dalla verità, finisce per fare delle emozioni parziali la norma del bene e della moralità”.

Contestano quindi “l’ideologia di genere”, secondo la quale la scelta del sesso appartiene “esclusivamente alla volontà variabile e mutevole del soggetto”, negando la realtà della persona umana che esiste “necessariamente come uomo o donna”. Il documento denuncia poi “la manipolazione del linguaggio, che maschera alcune verità fondamentali delle relazioni umane”, e le “strategie di diffusione di questa ideologia nell’ambito legislativo e educativo” con lo scopo di forgiare le menti sin dall’infanzia. Il rischio è quello di creare una società “senza riproduzione sessuale, senza paternità e senza maternità”, affidata “unicamente alla scienza, alla biomedicina, alla biotecnologia e all’ingegneria politica”. “Dietro queste teorie – si sottolinea – c’è un pensiero materialista e radicale, in definitiva inumano” che degrada la dignità della persona umana “alla condizione di cosa o oggetto totalmente manipolabile”.

I vescovi spagnoli affermano che “dietro la pretesa neutralità di queste teorie si nascondono drammi personali che la Chiesa conosce bene. Però - proseguono - dobbiamo tenere sempre viva la speranza. Il bene e la verità, la bellezza dell’amore, sono capaci di superare tutte le difficoltà, per molte e gravi che siano”. In questo senso, si ricorda che la Chiesa apre sempre il suo cuore di madre a tutti: “nessuno può sentirsi escluso, tantomeno coloro che sentono attrazione sessuale verso il medesimo sesso”.

Si ribadisce quindi che il matrimonio “non è una semplice relazione di convivenza o coabitazione”, ma un’alleanza coniugale tra un uomo e una donna, un vincolo non meramente visibile “ma anche morale, sociale e giuridico”. E’ “un amore pienamente umano e totale, che deve essere fedele ed esclusivo, fecondo, aperto alla vita” e indissolubile e che non va confuso con altre forme di unione. “Riconoscere e aiutare l’istituzione matrimoniale è uno dei maggiori servizi che si possono offrire oggi al vero sviluppo degli uomini e della società”. Infatti “la famiglia, come comunità specifica, costituita da padre, madre e figli, è un capitale sociale della più grande importanza, che richiede di essere promosso politicamente e culturalmente”. Ma purtroppo – sottolinea il documento - con le attuali normative vigenti in Spagna “assistiamo alla distruzione del matrimonio per via legale”. I presuli chiedono quindi di promuovere leggi che sostengano le famiglie e “una politica demografica che favorisca la natalità, posto che i figli sono un contributo decisivo per lo sviluppo della società, che deve essere riconosciuto adeguatamente dallo Stato”.

“La miglior risposta alla ideologie di genere e all’attuale crisi matrimoniale – sostengono i vescovi spagnoli – è la nuova evangelizzazione. E’ necessario proporre Cristo come cammino per vivere e sviluppare la vocazione all’amore. Senza la sua grazia, senza la forza dello Spirito Santo, amare risulta un’avventura impossibile. Per questo – concludono - abbiamo bisogno di nuovi evangelizzatori che testimonino con la loro vita che per Dio nulla è impossibile”.







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