Documento dei vescovi spagnoli su amore coniugale, ideologia di genere e legislazione
familiare
La Conferenza episcopale spagnola ha presentato oggi a Madrid il documento elaborato
dall’assemblea plenaria dal titolo “La verità dell’amore umano. Orientamenti sull’amore
coniugale, l’ideologia di genere e la legislazione familiare”. Ce ne parla Sergio
Centofanti.
I vescovi spagnoli con questo documento intendono riannunciare
“il vangelo del matrimonio e della famiglia come un bene per tutta l’umanità” a fronte
di una legislazione nazionale che svaluta queste due realtà generando – affermano
senza eufemismi – “una cultura della morte” con il fenomeno degli aborti, dei divorzi
e dello sfruttamento dei più deboli e dei più poveri. Ma la speranza della Chiesa
spagnola è che – contrariamente a quanto ha mostrato fin qui la politica – nella società
civile si registra una crescente rivalutazione del matrimonio e della famiglia con
la nascita di numerosi movimenti e associazioni. I vescovi denunciano che alla base
delle nuove leggi c’è “l’assolutizzazione soggettiva della libertà che, slegata dalla
verità, finisce per fare delle emozioni parziali la norma del bene e della moralità”.
Contestano quindi “l’ideologia di genere”, secondo la quale la scelta del
sesso appartiene “esclusivamente alla volontà variabile e mutevole del soggetto”,
negando la realtà della persona umana che esiste “necessariamente come uomo o donna”.
Il documento denuncia poi “la manipolazione del linguaggio, che maschera alcune verità
fondamentali delle relazioni umane”, e le “strategie di diffusione di questa ideologia
nell’ambito legislativo e educativo” con lo scopo di forgiare le menti sin dall’infanzia.
Il rischio è quello di creare una società “senza riproduzione sessuale, senza paternità
e senza maternità”, affidata “unicamente alla scienza, alla biomedicina, alla biotecnologia
e all’ingegneria politica”. “Dietro queste teorie – si sottolinea – c’è un pensiero
materialista e radicale, in definitiva inumano” che degrada la dignità della persona
umana “alla condizione di cosa o oggetto totalmente manipolabile”.
I vescovi
spagnoli affermano che “dietro la pretesa neutralità di queste teorie si nascondono
drammi personali che la Chiesa conosce bene. Però - proseguono - dobbiamo tenere sempre
viva la speranza. Il bene e la verità, la bellezza dell’amore, sono capaci di superare
tutte le difficoltà, per molte e gravi che siano”. In questo senso, si ricorda che
la Chiesa apre sempre il suo cuore di madre a tutti: “nessuno può sentirsi escluso,
tantomeno coloro che sentono attrazione sessuale verso il medesimo sesso”.
Si
ribadisce quindi che il matrimonio “non è una semplice relazione di convivenza o coabitazione”,
ma un’alleanza coniugale tra un uomo e una donna, un vincolo non meramente visibile
“ma anche morale, sociale e giuridico”. E’ “un amore pienamente umano e totale, che
deve essere fedele ed esclusivo, fecondo, aperto alla vita” e indissolubile e che
non va confuso con altre forme di unione. “Riconoscere e aiutare l’istituzione matrimoniale
è uno dei maggiori servizi che si possono offrire oggi al vero sviluppo degli uomini
e della società”. Infatti “la famiglia, come comunità specifica, costituita da padre,
madre e figli, è un capitale sociale della più grande importanza, che richiede di
essere promosso politicamente e culturalmente”. Ma purtroppo – sottolinea il documento
- con le attuali normative vigenti in Spagna “assistiamo alla distruzione del matrimonio
per via legale”. I presuli chiedono quindi di promuovere leggi che sostengano le famiglie
e “una politica demografica che favorisca la natalità, posto che i figli sono un contributo
decisivo per lo sviluppo della società, che deve essere riconosciuto adeguatamente
dallo Stato”.
“La miglior risposta alla ideologie di genere e all’attuale
crisi matrimoniale – sostengono i vescovi spagnoli – è la nuova evangelizzazione.
E’ necessario proporre Cristo come cammino per vivere e sviluppare la vocazione all’amore.
Senza la sua grazia, senza la forza dello Spirito Santo, amare risulta un’avventura
impossibile. Per questo – concludono - abbiamo bisogno di nuovi evangelizzatori che
testimonino con la loro vita che per Dio nulla è impossibile”.