Messico. Alle presidenziali si afferma Enrique Peña Nieto candidato del Partito Rivoluzionario
Istituzionale. I risultati sono ancora provvisori, ma ormai sembra certa la sua vittoria
che significa anche il tramonto del governo del Partito d'Azione Nazionale da 12 anni
alla guida del Paese. Il servizio di Giancarlo La Vella:
Manca solo l’ufficializzazione,
ma ormai la notizia è quasi certa: Enrique Peña Nieto è il nuovo presidente del Messico
e con lui torna al potere il Partito Rivoluzionario Istituzionale che governò il Paese
tra luci e ombre dal 1929 al 2000. Di quel periodo si ricordano il pugno duro con
il quale il Paese venne condotto al limite del totalitarismo, con le forti restrizioni
nei confronti della Chiesa cattolica e la sanguinosa repressione della protesta studentesca
in Piazza delle Tre Culture, alla vigilia delle Olimpiadi di Città del Messico del
1968. Se i messicani hanno nuovamente scelto il Pri è sicuramente per la forte insoddisfazione
nel confronti della gestione del Partito d’Azione Nazionale e del presidente Calderon.
12 anni nei quali problemi come la sicurezza, il narcotraffico, la corruzione, la
crisi economica, solo parzialmente ammorbidita dalla dipendenza economica dagli Usa,
sono rimasti irrisolti e anzi si sono aggravati.