Omelia del Cardinale Bertone alla messa per la Plenaria della Pontificia Accademia
di San Tommaso
L'Anno della Fede ci aiuti ad essere “testimoni credibili e gioiosi del Signore risorto
nel mondo di oggi, capaci di indicare alle tante persone in ricerca la “porta della
fede”: così il cardianle Bertone Segretario di Stato vaticano all'Omelia della messa
per la 12.ma Plenaria della Pontificia Accademia di San Tommaso d'Aquino, che si è
svolta stamani nella cappella Paolina. Il porporato, che ha salutato a nome del Papa,
ha iniziato la sua meditazione con una strofa dell’Inno 'Adoro te devote' ricordando
la figura di San Tommaso. Poi, prendendo spunto dal Vangelo e dalla prima lettura,
ha richiamato il tema di “Dio e di Gesù Cristo come sorgente di vita, che ha un potere
assoluto sulla morte fisica e sulla malattia”. Così il cardinale ha posto al centro
delle sue parole l’Eucaristia. Una fede profonda e luminosa - ha affermato – “anima
Tommaso d’Aquino quando contempla il Santissimo Sacramento, «Panis vivus, vitam praestans
homini». Nell’Eucaristia Gesù Signore è presente come fonte di vita; è presente in
forma visibile, tangibile sotto le specie del pane e del vino”. Anche se ti dicono
che non c’è più niente da fare – ha proseguito – “anche se sembra che la morte abbia
avuto l’ultima parola, non temere, continua soltanto ad avere fede. Anche se i sapienti
di questo mondo, riuniti al capezzale dell’umanità, deridono Gesù e lo commiserano
per la sua ingenua fiducia in Dio, tu non temere, continua a credere e a sperare”.
Lo scrittore sapienziale – ha aggiunto – “ci offre una delle risposte più limpide
e preziose alla domanda di sempre: se Dio ha creato tutto, ed è buono, da dove viene
il male? La risposta è netta: «Dio non ha creato la morte» (Sap 1,13), ma questa
«per l’invidia del diavolo è entrata nel mondo» (Sap 2,24)”. Per il cardinale Bertone,
in questo pellegrinaggio, sostenuto dal «Panis viatorum» “la Chiesa è chiamata a seguire
Gesù non solo quanto al fine, ma anche quanto ai mezzi e ai modi per giungere al Regno”.
Tutto questo – ha affermato ancora – indica “bene la rotta per quello che sarà l’Anno
della fede indetto da Benedetto XVI". (E.B.)