2012-06-30 13:34:13

In arrivo in Italia il nuovo Isee, ma per il Forum le famiglie rischiano di essere penalizzate


E’ in dirittura di arrivo la riforma dell’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente utilizzato per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate, ma è già polemica. Per il ministro, Elsa Fornero, ai fini del calcolo occorre considerare il patrimonio delle persone. La Cgil chiede che siano tutelate le fasce più deboli, mentre per il Forum delle famiglie va bene rendere questo strumento più efficace, ma senza penalizzare i nuclei con figli o situazioni di disabilità. “Non è accettabile – spiega il presidente Francesco Belletti - che siano considerate per il calcolo dell’Isee le somme percepite a titolo di sostegno, come assegni familiari o di invalidità, e che la valutazione immobiliare avvenga secondo i parametri Imu". Paolo Ondarza ha intervistato Francesco Belletti:RealAudioMP3

R. – Ci pare che il nuovo Isee abbia l’obiettivo principale di far cassa. La prima questione, uno dei punti molto critici, è inserire nella lettura dell’Isee anche tutti gli interventi di sostegno economico dello Stato, della pubblica amministrazione.

D. – Cioè l’assegno di invalidità, ad esempio?

R. – Esatto, perché anziché essere considerato un servizio che non fa ricchezza, che non fa reddito, viene inserito nel conteggio della ricchezza della famiglia. Questo ci sembra paradossale perché lo Stato da un lato ti dà una cosa e poi contemporaneamente te la riprende perché risulteresti più ricco. La seconda questione, che è quella che sta più a cuore al Forum delle associazioni familiari, è la misurazione dei carichi familiari. Nel fattore famiglia del Forum un figlio vale 0,8 nel nuovo Isee varrebbe 0,2. La terza questione infine è che questo nuovo Isee sarà molto più alto.

D. - Perché terrà conto dei patrimoni, in particolare della valutazione del patrimonio immobiliare con i parametri Imu?

R. – Certo. Abbiamo chiesto anche al Ministero delle politiche sociali di pesare diversamente la residenza prima casa. Quello che vorremmo, che ci aspetteremmo dal nuovo Isee, è che sia una buona notizia per le famiglie, visto che le famiglie lo devono usare non solo per l’accesso ai servizi assistenziali, e non lo usano solo le famiglie povere: l’Isee serve per l’accesso all’università, per l’accesso all’asilo nido... L’equità familiare per noi è un criterio di sviluppo del Paese.

D. – Quindi si rischia di non agevolare le famiglie nell’accesso alle prestazioni sociali, ad esempio gli asili nido, con una ricaduta negativa sugli stessi servizi perché perdendo utenza perderebbero fondi e quindi qualità del servizio?

R. – Sì, l’Isee di fatto serve per misurare il contributo degli utenti ai servizi, ma se questo contributo diventa troppo costoso le persone saranno costrette a non utilizzare i servizi, quindi i servizi costeranno di più perché si ridurrà la platea dei destinatari. Insomma è un po’ un meccanismo che rischia di razionare ulteriormente l’accesso ai servizi e rischia di conservare quella grave disparità ed iniquità tra famiglie senza figli, e famiglie con carichi familiari che noi crediamo sia una delle fragilità del nostro Paese. Oggi una famiglia che accoglie un nuovo figlio si impoverisce del 25-30 per cento perché non c’è nessun meccanismo di sostegno pubblico per un figlio che in fondo, va rimarcato, è un bene comune, è un valore pubblico.

D. – Ed è sotto gli occhi di tutti, la famiglia è stata un fondamentale salvagente in questo momento di crisi …

R. – Se la famiglia non avesse resistito in questi 4-5 lunghi anni di crisi, le conseguenze sociali, anche per la coesione sociale e la presenza di rivolte sociali, sarebbero state pesantissime.

D. – Quindi ancora una volta richiamate l’attenzione della politica sulla famiglia …

R. - Non ci interessano solo le riforme istituzionali, non ci interessa chi sarà il prossimo presidente della Repubblica: alle famiglie serve sentirsi in un Paese che investe sul futuro, che investe su di loro.







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