I vescovi croati: l’ora di religione nelle scuole pubbliche è discriminata
L’ora di religione nelle scuole pubbliche della Croazia viene “spesso presentata come
inutile” e “messa in discussione”, divenendo oggetto di “varie forme di discriminazione”:
è la denuncia dei vescovi croati, resa nota due giorni fa, in un messaggio alle famiglie
in occasione del 20.mo anniversario dell’istruzione religiosa negli istituti pubblici
del Paese. Un simile atteggiamento discriminatorio, si legge nel testo, “rappresenta
un chiaro disprezzo del diritto sia dei genitori a educare i figli secondo il proprio
credo, sia dei figli a manifestare liberamente la fede cristiana, scegliendo di frequentare
l’ora di religione”. Purtroppo, sottolinea la Chiesa di Zagabria, tale violazione
del diritto “spesso porta i genitori a ritirarsi nell’anonimato della maggioranza
silenziosa, così che quelle rare richieste individuali di abbandonare l’ora di religione
vengono invece presentate come episodi normali ed interpretati come se la religione
non fosse una materia interessante”. Di qui, l’esortazione che i vescovi lanciano
a genitori affinché siano “araldi del Vangelo all’interno della famiglia” e facciano
“tutto il possibile perché i figli approfondiscano la fede cristiana, anche attraverso
l’ora di religione a scuola”. Inoltre, in previsione dell’Anno della Fede, indetto
da Benedetto XVI per celebrare i 50 anni del Concilio Vaticano II e che verrà inaugurato
ufficialmente l’11 ottobre, la Chiesa croata chiede ai genitori di “continuare a iscrivere
i figli all’ora di religione, senza aver paura e chiedendo il pieno rispetto dei propri
diritti”. Ai giovani, infine, i presuli ricordano di “riscoprire ogni giorno la gioia
della fede” e di rendere l’ora di religione “un momento di vera e duratura conversione
al Signore”, poiché “la fede cresce quando è vissuta come amore ricevuto e quando
è trasmessa come esperienza di grazia”. (I.P.)