Entusiasmo per i risultati del summit Ue, misure operative entro il 9 luglio
Ancora positive le reazioni internazionali alle intese raggiunte dal Consiglio europeo
di Bruxelles sulle misure per salvare l’euro e rilanciare la crescita. Risultati che
il presidente della Commissione europea Barroso ha definito impensabili solo un anno
fa. I dettagli sono ancora tutti da definire, ma entro il 9 luglio le decisioni dovranno
diventare operative. Il servizio di Laura Serassio:
“Usciamo dal
Vertice con decisioni impensabili solo pochi mesi fa”: così il presidente della Commissione
europea, José Barroso, ha salutato i risultati del summit: un patto per la crescita
da 120 miliardi di euro, l’affidamento alla Banca centrale europea della supervisione
delle banche, e il meccanismo anti-spread inteso a stabilizzare i mercati. Proprio
a questo strumento si deve la reazione positiva dei mercati: il meccanismo permette
ai Fondi salva-stato di comprare titoli di Stato, per dare respiro a quei Paesi che
fanno le riforme ma restano nel mirino della speculazione. I dettagli restano tutti
da definire, spetterà all’Eurogruppo del 9 luglio, ma intanto si chiarisce: lo scudo
anti-spread non prevede l’intervento della troika, né un piano di riforme, ma il rispetto
delle raccomandazioni della Commissione europea. Un compromesso difeso anche dalla
cancelliera tedesca Angela Merkel: “Non sono Italia e Spagna a mettere pressione,
bensì i mercati. Trovare una soluzione è nell’interesse della Germania”. Parla di
successo per tutta l’Europa il presidente francese, François Hollande, che già rilancia:
“Ora, tassa sulle transazioni finanziarie entro fine anno”. In extremis, raggiunto
anche un accordo sul brevetto europeo, che il presidente stabile Hermann Van Rompuy
ha definito 'una svolta storica'”.
La reazione dei mercati ai risultati del
vertice Ue sono stati entusiasmanti, con Piazza Affari che ha guadagnato oltre il
6%. Tuttavia, il vero test per i mercati sarà l'apertura delle contrattazioni di lunedì.
L'agenzia di rating Fitch ha promosso le decisioni di Bruxelles che ''allentano le
tensioni sui rating dei Paesi euro nel breve termine'' ed ha parlato di esito superiore
alle attese. Sentiamo Carlo Dell’Aringa, docente di economia politica all’Università
cattolica di Milano. L’intervista è di Stefano Leszczynski:
R. – Credo che
questa volta potremmo avere un filo di speranza in più perché ci sono le premesse
perché i risultati raggiunti sul fronte della borsa e dello spread possono essere
definitivi per quello che abbiamo già raggiunto ma possono addirittura migliorare
se nel prosieguo degli accordi che si svolgeranno a livello europeo saranno confermate
le buone intenzioni che sono emerse ieri, ma soprattutto le intenzioni manifestate
- ricordiamo - da un gruppo di Paesi consistente. Quindi certamente quello che è stato
raggiunto ci fa sperare, molto più di quanto non sia successo in circostanze analoghe
in passato, che molto sia stato fatto ma che molto anche possa essere consolidato.
D.
– Quando noi parliamo di speculazione pensiamo spesso ai mercati finanziari. Non è
che questa volta magari si è fatta aleggiare un po’ l’idea che la speculazione potesse
venire anche da alcuni Stati partner?
R. – Distinguerei le cose. Da un lato
abbiamo la speculazione che talvolta in modo eccessivo è essa stessa che crea il problema
più che reagire a un problema. Poi vi sono Paesi che possono trarre anche vantaggio
da questa attività dei mercati ma in modo indiretto. Per esempio la Germania trae
vantaggio dalla speculazione in una situazione in cui i tassi di interesse che gli
investitori pagano in Germania per fare i loro investimenti sono infinitamente più
bassi di quelli pagati in Italia.
D. – Il ruolo della Bce risulterebbe molto
rafforzato se questi accordi venissero effettivamente implementati. Questo è un bene?
R.
– Certamente perché sappiamo che la Bce è un’istituzione che fino ad ora ha dato buona
prova di se stessa. Ha al comando una persona di grande prestigio internazionale ed
è una delle istituzioni più efficienti esistenti a livello europeo. Ed è vero che
alla Bce è stato dato un compito molto importante. Primo, perché le attività dei fondi
salva-Stato devono passare attraverso la Bce. Secondo, alla Bce verrà chiesto di svolgere
un ruolo di sorveglianza sulle banche dell’area monetaria e questo è un ruolo fondamentale.
Questo certamente significa una cessione di sovranità delle singole banche centrali,
dei singoli Paesi, perché sarà la Bce a svolgere una sorveglianza nei confronti delle
banche per vedere se queste banche meritano di essere ricapitalizzate - cioè di essere
aiutate, sempre con le risorse dei fondi salva-Stato - e soprattutto se danno le garanzie
di utilizzare questi capitali per mettere a posto i loro bilanci e aprire una stagione
anche per loro di crescita. Uno dei problemi da risolvere è se queste risorse di cui
dispongono i fondi salva-Stato sono sufficienti per fare quella barriera di fuoco
che può scoraggiare i mercati dalla loro attività di speculazione.