2012-06-29 11:57:35

Guatemala: il presidente Molina presenta la riforma costituzionale


Il presidente del Guatemala, Otto Pérez Molina, ha finalmente fatto conoscere, dopo settimane di attesa, la prima bozza di proposte per modificare la Costituzione del 1985. Il documento comprende circa 50 emendamenti e dovrebbe essere presentato al Congresso entro lunedì. Per Pérez Molina, le modifiche non hanno altro obiettivo che “rafforzare le istituzioni del Paese”. Le modifiche principali sono la riduzione dei membri dell’Assemblea nazionale del Guatemala dagli attuali 158 a 140 membri, l’ampliamento del ruolo dei militari per “includere la sicurezza dei cittadini” e alcune disposizioni “finalizzate a rafforzare il sistema giudiziario”. La proposta di ridurre le dimensioni del Congresso – una richiesta della società civile – ha incontrato resistenza da parte di partiti minori, secondo i quali in questo modo verrebbe ridotta la loro presenza nell’Assemblea legislativa e si verrebbe infine a creare un sistema bipartitico. Per quanto riguarda i militari, Pérez Molina, un ex capo dell’intelligence militare (D-2), propone di aumentare il suo ruolo dalla “difesa della sovranità e integrità territoriale” al sostegno alle forze di sicurezza civile per compiti di “sicurezza interna”. Gli osservatori fanno notare che questa disposizione violerebbe gli accordi di pace del 1996 che conclusero 36 anni di guerra civile. Per altri analisti la mossa non è altro che l’istituzionalizzazione di una tendenza che aveva già raccolto consenso sotto la precedente amministrazione di centro-sinistra del presidente Alvaro Colom (2008-2012). Con le nuove modifiche si permetterebbe anche a un civile di diventare ministro della Difesa. Per quando riguarda il potere giudiziario, il presidente Pérez Molina propone di regolare la professione legale e istituire un Consiglio di sorveglianza. La Corte Suprema sarebbe ridotta da 13 a nove membri e i giudici resterebbero in carca nove anni invece dei cinque attuali. La bozza del documento riconosce anche i diritti delle popolazioni indigene del Guatemala, il secondo Paese dell’America Latina dopo la Bolivia per l’ampiezza della sua componente nativa (60% del totale della popolazione delle Nazioni Unite stima). La bozza, in particolare, prevede il riconoscimento delle lingue indigene, oltre allo spagnolo, come lingue ufficiali. Un altro elemento che ha attirato l’attenzione è che la bozza di Costituzione darebbe la possibilità allo Stato di possedere fino al 40% delle aziende che sfruttano le risorse naturali del Paese. (R.P.)







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