Dopo anni nei campi dei rifugiati, Tornano a casa i profughi angolani
Il prossimo pullman parte da Kinshasa questa mattina. Trasporterà un pezzo di storia,
ricordi dolorosi, ma anche la speranza di ricostruirsi una vita. Dove si è nati o
dove sono nati i propri genitori, perché molti figli dei rifugiati non hanno mai visto
né l’Angola né la guerra civile. I rimpatri volontari si sono intensificati nelle
ultime settimane, con l’avvicinarsi della scadenza di sabato, quando decine di migliaia
di angolani sparsi tra la Repubblica Democratica del Congo, lo Zambia, la Namibia
o il Botswana non godranno più dello status di rifugiati. La decisione è stata adottata
a gennaio alla luce dei cambiamenti avvenuti in Angola grazie a 10 anni di pace e
alle ricadute economiche e sociali dello sfruttamento di alcuni dei giacimenti di
petrolio più ricchi dell’Africa. “Soltanto dal Congo abbiamo assistito oltre 15.000
rimpatri – dice all'agenzia Misna Leo Dobbs, un portavoce dell’Alto commissariato
dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) – e il numero potrebbe salire presto fino a 40.000”.
Il Congo è il paese che oggi accoglie il maggior numero di rifugiati angolani, circa
81.000. Seguono lo Zambia con 23.000 e, con un buon distacco, la Namibia e il Botswana.
Secondo le ultime stime dell’Onu, all’estero restano circa 120.000 delle 600.000 persone
costrette a lasciare l’Angola durante la lotta di liberazione anti-coloniale e il
successivo conflitto civile. Già da tempo, sottolineano i responsabili di Unhcr, la
maggior parte dei rifugiati non beneficia di servizi di assistenza mirati ed è integrata
nelle realtà dei Paesi ospitanti. Chi in queste settimane è partito da Kinshasa è
tornato quasi sempre nel nord dell’Angola, in particolare nella regione di Uige. Sono
altre le strade percorse da chi parte dallo Zambia o dalla Namibia, magari dal campo
di Namacunde, a dieci chilometri dal confine. Tra loro c’è Nanda, una ragazza di 18
anni che in Namibia è nata e cresciuta. “In Angola – dice – non ci sono mai stata
e non ho idea di cosa mi aspetta”. (R.P.)