2012-06-27 13:56:31

Morsi ai cristiani: nessuna discriminazione nel nuovo Egitto. Intervista con padre Griech


Il neoeletto presidente egiziano, Mohammed Morsi, è al lavoro per dare forma al futuro governo del Paese, mentre ancora resta da sciogliere il nodo dell’uscita dal potere della giunta militare. Intanto, mentre resta valida l’ipotesi di un incarico di governo a Mohammed el Baradei, premio Nobel ed ex direttore dell’agenzia atomica, Morsi ha ricevuto a colloquio i rappresentanti della chiesa copta e di quella cattolica, ai quali ha promesso che tutti i cittadini egiziani saranno trattati con pari dignità a prescindere dal credo religioso. Stefano Leszczynski ne ha parlato con padre Rafic Griech, portavoce della Chiesa cattolica egiziana:RealAudioMP3

R. - The Christian community in Egypt is a little worried …
La comunità cristiana in Egitto è un po’ preoccupata dal fatto che il nuovo presidente provenga dalla componente islamista degli egiziani, dai Fratelli musulmani. E sono preoccupati non solo per le loro vite, perché i cittadini egiziani vorrebbero che il loro Paese fosse un Paese tranquillo, ma anche perché temono un processo di islamizzazione della società egiziana: una società che era nota per la sua apertura, per la sua indipendenza, per la sua creatività specie in letteratura, per la libertà di azione... Speriamo che nella nuova era che stiamo vivendo, i cristiani possano trovare giustizia e non discriminazione. Questo è quello che il nuovo presidente Mursi ha promesso in più occasioni e ancora ieri quando ha incontrato i vescovi della Chiesa copta ortodossa. Oggi, ha incontrato la Chiesa cattolica di Egitto, i cui esponenti si sono recati al palazzo presidenziale per presentare le loro congratulazioni al nuovo presidente e per avere un colloquio.

D. - Quali sono i punti principali la gerarchia cattolica intende discutere?

R. - The main theme will be first of all …
Prima di tutto, la giustizia per tutti gli egiziani. Poi, che il nuovo presidente – come ha promesso – aiuti i poveri, i senzatetto, gli analfabeti. Come lei sa, il 40% della popolazione egiziana vive al di sotto della soglia di povertà. Questo è ciò che come cristiani chiediamo per il popolo dell’Egitto, musulmani o cristiani che siano: migliorare le condizioni di vita dei cittadini, affinché si possa uscire dall’attuale condizione di povertà. Questo è uno dei temi principali che i vescovi desiderano affrontare.

D. - Che cosa significa, per gli egiziani, la proposta del presidente di creare un governo di unità nazionale?

R. - Since the fall of the Mubaraks, from January 2011 …
Dalla caduta di Mubarak, nel gennaio 2011, ognuno ha una sua propria idea politica, il che fa sì che il popolo egiziano si sia diviso in tanti gruppi: liberali, socialisti, islamisti con tutte le sfumature dell’islamizzazione. Ora, vogliamo che ci sia un vero spirito di riconciliazione con un governo di unità nazionale che ci aiuti a tornare ad essere un solo Paese, come è giusto che sia.

Aggiornato il 28 giugno 2012:







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