"La salute per i rom", un progetto di Caritas Roma per l'integrazione
Sono stati presentati oggi a Roma i risultati del rapporto “La salute per i rom, tra
mediazione e partecipazione”, che traccia il bilancio del progetto di informazione
sanitaria per rom e sinti coordinato dalla Caritas di Roma, in collaborazione con
le istituzioni sanitarie locali. Questa azione, ha spiegato in un messaggio il ministro
italiano per la Cooperazione internazionale e l’integrazione, Andrea Riccardi, aiuta
a “spezzare quel circolo vizioso” che porta a “esclusione” e “autoesclusione”di rom
e sinti. Davide Maggiore ne ha parlato con Fulvia Motta, responsabile
del progetto:
R. – Il nostro
lavoro è di orientamento, volto ad aprire le strutture sanitarie per l’accoglienza
dei rom e, nello stesso tempo, volto a spiegare ai rom come utilizzare in modo adeguato
le strutture. Infatti, noi lavoriamo sia sui rom che sul personale sanitario. Un lavoro
con soltanto uno dei due non funziona: bisogna favorire l’incontro.
D. – Come
hanno risposto le comunità coinvolte nel progetto?
R. – Non hanno accettato
passivamente le nostre proposte, ma ci hanno aiutato a capire qual è il modo giusto
per favorire ancora di più questa relazione, questo intercambio. E’ stato un continuo
rivedere insieme ai rom - a volte in un rifiuto delle nostre proposte – quale sia
il modo migliore per entrare in una relazione vera, paritaria, in cui ciascuno porta
il proprio specifico, e nel dialogo cercare insieme dei cammini che siano adeguati
per entrambi.
D. – Di quali bisogni specifici di rom e sinti invece hanno preso
consapevolezza le istituzioni, attraverso queste iniziative?
R. – 110 operatori
sociosanitari delle istituzioni locali hanno partecipato a un corso di formazione
sulla metodologia di promozione della salute con i rom. Per noi significa lasciare
del personale sensibilizzato, motivato e formato, che potrà portare avanti un’accoglienza
verso i rom.