Un anno dopo l’inizio dei lavori, 90 tra autori, produttori, coreografi, tecnici,
giovani e adulti del Movimento dei Focolari si sono riuniti a Roma per fare il punto
sulla preparazione del Genfest 2012, manifestazione che vedrà a Budapest, dal 31 agosto
al 2 settembre, circa 12 mila giovani da tutto il mondo. Quasi definito il ricco programma
che prevede momenti artistici, scambio di esperienze, spazi di preghiera e di riflessione.
La messa festiva sarà celebrata dal cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Budapest,
mentre nelle varie chiese cristiane della città, si terranno celebrazioni per i membri
delle rispettive chiese. Anche ai partecipanti di altre religioni e di convinzioni
non religiose saranno proposti incontri di riflessione. “Let’s bridge!” il titolo
scelto per la manifestazione. Al microfono di Adriana Masotti, Irene Lombardo,
di Firenze, che fa parte dell’equipe internazionale che coordina la preparazione dell’evento:
R. - Si sta
lavorando incessantemente in tutte le parti del mondo. Ogni giorno, tra l’altro, aumentano
le iscrizioni: a oggi, siamo a oltre 9.000 iscrizioni di giovani di tutte le parti
del mondo, più duemila posti dedicati ai giovani dell’Ungheria. Poi, il programma
che si svolgerà allo Sport Arena di Budapest è ormai definito: prevede numerose testimonianze
di giovani di tutto il mondo, che testimonieranno che il mondo unito è possibile.
Ancora, si stanno incidendo le canzoni che verranno eseguite da una band internazionale,
si stanno facendo le ultime prove delle coreografie in Italia, nelle Filippine, in
India, in Medio Oriente. Proprio in Medio Oriente, tra l’altro, stanno facendo un’esperienza
particolarmente forte, perché lì è difficile incontrarsi per provare. Per cui, nei
vari Paesi - in Israele, nei Territori palestinesi, in Iraq, Giordania, Algeria, Egitto,
Libano, Turchia - si stanno condividendo video per imparare gli stessi passi e poi
eseguirli all’unisono sul palco. Insomma, si sta lavorando a tutte le cose pratiche,
ma c’è anche tutta una preparazione spirituale per il Genfest.
D. - Saranno
tre giorni molto intensi. Ma quale messaggio sarà lanciato dal Genfest?
R.
- Il tema centrale è l’unità. Il titolo “Let’s bridge!”, che significa “Costruiamo
ponti”, significa per noi costruire ponti con chi ci sta accanto. È questo il messaggio.
Pregheremo per la pace nel mondo. E poi verrà lanciato il progetto “Mondo unito”,
una raccolta di firme planetaria per chiedere all’Onu il sostegno per un Osservatorio
permanente sulla fraternità universale. Poi, chiederemo il riconoscimento di una Settimana
per il mondo unito, in cui i Paesi aderenti si impegnano, per mettere in pratica politiche
di fraternità.
D. – Ci si sta dando da fare anche perché a nessuno manchi la
possibilità concreta di arrivare a Budapest …
R. – Già da un anno si sta lavorando,
e già da un anno è scattata una comunione mondiale in cui i Paesi con maggiori possibilità
hanno dimostrato tutta la loro generosità per aiutare giovani provenienti da Paesi
con maggiori difficoltà. Ma da ogni parte del mondo, davvero, ogni giorno arrivano
notizie delle più svariate attività che si stanno svolgendo ovunque, con tanta creatività
per raccogliere fondi, dalle piccole cose come il lavaggio di auto, una vendita di
biscotti, fino alle lotterie. Addirittura, una ragazza del Canada, che è maratoneta,
ha fatto una maratona e tramite gli sponsor ha raccolto fondi per il Genfest, per
aiutare chi ha difficoltà economiche per partecipare. Poi, va avanti la ricerca di
sponsor: già abbiamo ricevuto generose donazioni da aziende che hanno aderito al nostro
messaggio e al nostro obiettivo.