Crisi: il futuro dell'Ue in gioco al Consiglio europeo di domani e venerdì
Una vigilia carica di tensione. Da domani a venerdì, a Bruxelles, l’Europa si gioca
il proprio futuro, in un Consiglio Europeo - il ventesimo dall’inizio della crisi
- da cui dovranno uscire misure concrete per la crescita e meccanismi in grado di
reggere l’effetto altalena dei mercati. Il servizio è di Salvatore Sabatino:
A preoccupare
maggiormente le cancellerie di mezzo mondo è la rigidità della Germania, che continua
ad insistere sul “no” agli Eurobond. Una posizione talmente netta che la cancelliera
Merkel ieri ha tuonato: “Finché sarò viva, non ci saranno”. Oggi, vedrà a Parigi il
presidente Hollande e chissà che all’Eliseo non si riesca ad ammorbidire la posizione
tedesca. Eppure, l’emissione degli Eurobond è stata ventilata più volte dalle istituzioni
europee: in primis dal presidente del Consiglio Europeo, Van Rompuy, che oggi, nella
lettera di invito ai leader europei, ha precisato che “la sfida di questo Vertice
è quella di segnalare, in un modo chiaro e concreto, che stiamo facendo tutto ciò
che è richiesto per rispondere alla crisi”. Ma si sta davvero facendo tutto il possibile?
L’economista Francesco Carlà:
“Secondo me, no. Perché, come si è
visto fin dall’inizio di questa crisi, ci sono due aspettative molto diverse tra i
Paesi-chiave. Le aspettative sono alte soprattutto in Italia e Spagna, un po’ anche
negli Usa, perché sono Paesi che hanno poco tempo. Mentre in Germania e Francia lo
scenario è abbastanza diverso e meno forte l’attesa. Insomma, per come la vedo io
i mercati sono sintonizzati su mediocri risultati per questo euro-summit, e potrebbero
rimbalzare se, invece, si raggiungessero intese più ampie”.
E sempre Van
Rompuy ha annunciato anche che il Consiglio verrà seguito dal summit dei leader della
zona dell'euro, a cui parteciperà anche il presidente della Bce, Mario Draghi. Intanto,
le preoccupazioni non mancano: per il premier italiano Monti “servono azioni di stabilità
per l'euro, no al rigore che crea recessione”. Da parte sua, il premier spagnolo Mariano
Rajoy lancia l’allarme: “Madrid non potrà continuare a finanziarsi sul lungo periodo
ai tassi attuali, visto il livello dello spread tra i bund e i titoli spagnoli” attestato
a 525 punti base.