Malaysia: sì della Chiesa a una Commissione per la verità e la riconciliazione
La Chiesa malaysiana vede con favore l’istituzione di una “Commissione per la verità
e la riconciliazione”, che esamini questioni come la corruzione e la discriminazione
nel Paese. Come riferito all'agenzia Fides da fonti nella Chiesa locale, la proposta
è stata lanciata dal movimento per la trasparenza “Bersih” che, a partire dallo scorso
anno, promuove una vasta campagna nella società civile malaysiana, per chiedere trasparenza
nel processo elettorale. Mons. Paul Tan Chee Ing, vescovo di Melaka-Johor e presidente
della Conferenza episcopale, ha espresso sostegno all’idea della Commissione che,
secondo il presidente del movimento “Bersih”, dovrebbe occuparsi di indagare i rapporti
fra le diverse componenti etniche e religione nella società malaysiana. “L’attuale
governo, infatti, discrimina coloro che non professano l'islam” ha detto Ambiga Sreenevasan,
presidente di “Bersih”, invocando come urgente una riconciliazione nazionale. In una
nota inviata a Fides, mons. Paul Tan dice di sostenere la proposta di “Bersih” perché
essa “non prende le parti di un blocco politico”. Il vescovo si sofferma in particolare
sulla libertà religiosa, notandone i legami con la verità, che “scaturisce dalla dignità
di ogni essere umano”. “Ogni uomo nasce con uno slancio intrinseco verso la libertà
e verso la ricerca della verità che dovrebbe portare, in ultima analisi, ad amare”
spiega il vescovo. “Ma per raggiungere la vera libertà, è necessario rimuovere tutti
gli ostacoli, come pregiudizi, opinioni distorte, odio, rabbia, avidità, che porta
alla corruzione. Ciò significa che la riconciliazione con gli altri è un prerequisito
per raggiungere la vera libertà”. Per questo, conclude il vescovo, tutta la società
malaysiana dovrebbe appoggiare una Commissione di tal genere, perchè “tocca la natura
fondamentale di ogni essere umano”. Sul tema delle discriminazioni verso i cittadini
non musulmani, sollevato più volte dal “Malaysian Consultative Council of Buddhism,
Christianity, Hinduism, Sikhism and Taoism", mons. Tan cita alcuni esempi: l'enorme
difficoltà per ottenere l'approvazione per la costruzione di una chiesa o di un tempio;
la mancanza di luoghi di sepoltura per i non-musulmani, il problema della conversioni
forzate all’islam, e chiede un impegno del governo “per rimediare a questa discriminazione”.
(R.P.)