Presentato in Vaticano documento sulle vocazioni: rispondere alla sfida della secolarizzazione
e allo scandalo degli abusi
“La cura delle vocazioni è sfida permanente per la Chiesa”: così, nel documento della
Congregazione per l’Educazione Cattolica, presentato ieri in Sala Stampa vaticana,
in cui si legge anche che “non possono essere taciuti i gravi effetti negativi” dello
scandalo degli abusi sessuali. Il documento si intitola “Orientamenti pastorali per
la promozione delle vocazioni al ministero sacerdotale”. Sono intervenuti alla conferenza
stampa il prefetto della Congregazione stessa, cardinale Zenon Grocholewski; il segretario,
mons. Jean-Louis Bruguès e il sottosegretario, mons. Angelo Vincenzo Zani. Il servizio
di Fausta Speranza:
Linee guida
per orientare la pastorale vocazionale in una situazione – si legge nel documento
– di “luci e ombre”. Emerge un Occidente con meno vocazioni, nonostante “una pastorale
strutturata e creativa”. E altri continenti, in cui “nonostante la ristrettezza dei
mezzi si assiste a un incremento”. Un esempio nelle parole di mons. Vincenzo Zani:
“Per
quanto riguarda l’Africa, passiamo da 20.994 candidati nel 2001 a 26.924 candidati
al 31 dicembre 2010. In Asia, abbiamo un forte, significativo aumento: passiamo nel
2001 da 26.433 candidati a 33.282 nel 2010”.
L’Occidente è segnato da “sfrenata
ricerca di beni materiali”, “graduale marginalizzazione del sacerdote”, “sfrenato
attivismo” in cui cadono a volte perfino i preti, e soprattutto “la crisi della famiglia”.
Ma – si ricorda - “l’esempio di vita cristiana coerente” o iniziative di nuova evangelizzazione
portano comunque sempre frutti. Poi un’ammissione forte sulla “confusione provocata
dagli scandali degli abusi sessuali da parte di religiosi”. “Non possono essere taciuti
– è scritto – i gravi effetti negativi". Tra le raccomandazioni, “accertare l’idoneità
dei chiamati”, l’esclusione di “soggetti segnati da profonde fragilità umane”. Mons.
Jean-Louis Bruguès:
“Vanno evitate proposte vocazionali a soggetti segnati
da profonde fragilità umana”.
In definitiva, di fronte a tutto ciò, la
sfida messa in evidenza dal cardinale Zenon Grocholewski:
“La cura
delle vocazioni al sacerdozio è una sfida permanente per la Chiesa. Bisogna offrire
una chiara idea della figura del sacerdote ministeriale e della sua necessità e ruolo
nella Chiesa”.
Alcuni punti fermi: innanzitutto la preghiera. E la "proposta
dell’esperienza della fede, come relazione profonda e personale con Dio". Catechesi,
volontariato, scuola, tempo libero, sport: tutto può essere terreno fertile per affrontare
gli interrogativi fondamentali dell’esistenza e dunque le scelte di vita.
E
resta da dire che in conferenza stampa, a seguito di domande dei giornalisti, sono
state ricordate le parole di Benedetto XVI: “La gente chiede al sacerdote di essere
esperto nella fede. Per altri campi, ci possono essere altri”. E poi si è accennato
alla realtà nuova di Internet, ma soprattutto sono state annunciate diverse iniziative
in vista del centenario della Congregazione dell’Educazione Cattolica, che cade nel
2015.