Africa centrale: seminario per studenti dedicato a riconciliazione, giustizia e pace
“Riconciliazione, giustizia e pace: studenti, muoviamoci!”. Questo l’incoraggiante
tema del seminario di formazione svoltosi nei giorni scorsi a N’Djamena, in Ciad,
e dedicato ai membri della “Gioventù studentesca cristiana internazionale” (Jeci)
dell’Africa centrale. Le sessioni di lavoro sono state dedicate a “Riconciliazione,
giustizia e pace nella regione dell’Africa centrale: il contributo della Jeci”, “I
‘jecisti’ artigiani di pace, difensori della giustizia e promotori della riconciliazione
in Africa”, “La creazione dei Centri di pace negli Istituti di formazione”. Al termine
del seminario, informa una nota, “sono state formulate anche raccomandazioni per i
governi, la Chiesa, i giovani e gli organismi internazionali”. Per quanto riguarda
i governi, i seminaristi hanno chiesto loro “di porre l’accento sulla formazione della
gioventù e sull’educazione civica, tenendo contro della realtà dei singoli Paesi”.
Di qui, la necessità di “rendere effettiva la libera circolazione nelle nazioni appartenenti
all’Unione Africana, di lottare contro la corruzione e l’ingiustizia sociale, di condurre
un dialogo permanente con i gruppi sociali e la Chiesa”. E alla stessa Chiesa la Jeci
chiede “di rendere i cappellani studenteschi disponibili all’accompagnamento spirituale
dei giovani, di ridurre i costi della formazione nelle istituzioni cattoliche, di
incoraggiare i giovani ad impegnarsi nel prendere decisioni, di continuare a denunciare
le violazioni dei diritti dell’uomo e di diffondere tra i ragazzi gli insegnamenti
della Dottrina sociale della Chiesa”. Quanto ai giovani, vengono esortati affinché
diventino gli uni per gli altri “leader evangelici, seminatori della cultura della
riconciliazione, della giustizia e della pace, organizzando attività per il rafforzamento
dell’unità tra tutti gli uomini”. Allargando, poi, lo sguardo alle organizzazioni
internazionali, la Jeci chiede che esse si impegnino di più nei progetti per i giovani
e li tengano in maggior considerazione, “accompagnandoli nella loro ricerca di una
vita migliore e senza cedere ai ricatti dei politici africani, come se nel continente
andasse tutto per il meglio”. L’ultimo appello la Jeci lo rivolge alla comunità internazionale,
affinché “usi tutto il suo peso perché i presidenti africani rispettino le aspirazioni
profonde dei loro popoli, mantenendosi sempre neutrale nella risoluzione di conflitti
nel continente”. (I.P.)