A Roma l’Osservatorio della Libertà Religiosa. Lo coordina il sociologo Introvigne
Dopo Stati Uniti, Canada e altri Paesi anche l’Italia si dota di un Osservatorio della
Libertà Religiosa, con lo scopo di monitorare e contrastare le violazioni della libertà
religiosa nel mondo, a cominciare dalle aree “a rischio” dove le minoranze sono perseguitate.
L’iniziativa è stata promossa dal Ministero degli Esteri e da Roma Capitale e sarà
presentata la mattina del 28 giugno a Roma all’Associazione della Stampa Estera con
un intervento dell’arcivescovo di Baltimora, William Lori, sui fondamenti della libertà
religiosa e le minacce che oggi patisce anche in Occidente. Il protocollo istitutivo
dell’Osservatorio prevede la nomina da parte del Ministro degli Esteri e del sindaco
di Roma di quattro membri e di un coordinatore. I quattro membri sono due diplomatici
con una lunga esperienza di diritti umani, Diego Brasioli e Roberto Vellano, e due
esponenti di organizzazioni non governative, Attilio Tamburrini, da anni principale
redattore dei periodici rapporti sulla libertà religiosa dell’Aiuto alla Chiesa che
Soffre, e Roberto Fontolan. Come coordinatore il ministro degli Esteri Giulio Terzi
e il sindaco di Roma Gianni Alemanno hanno scelto il sociologo torinese Massimo Introvigne,
citando la sua esperienza del 2011 all’Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la
Cooperazione in Europa), dove è stato Rappresentante per la lotta al razzismo e alla
discriminazione contro i cristiani e i membri di altre religioni. “Proprio la mia
esperienza all’Osce – spiega Introvigne – ha confermato il ruolo leader dell’Italia
nel promuovere coalizioni che intervengono, talora pubblicamente e talora discretamente,
quando la libertà religiosa è minacciata. L’Italia, per esempio, ha dato un grande
contributo nell’impedire che Asia Bibi, la madre di famiglia pakistana cristiana condannata
a morte per una pretestuosa accusa di blasfemia, sia giustiziata. L’Osservatorio darà
sistematicità a questa azione come voce dei perseguitati religiosi che non hanno voce,
a partire dai cristiani che ogni domenica in Nigeria rischiano la vita semplicemente
andando a Messa”. (T.C.)