Rio+20: vescovi africani chiedono trasparenza e buon uso delle risorse naturali
Una delegazione di vescovi africani ha partecipato al Summit Onu sullo sviluppo sostenibile
Rio+20, che si è concluso ieri a Rio de Janeiro, e al vertice parallelo della società
civile (Cùpola dos povos). La delegazione del Secam (Simposio delle Conferenze episcopali
di Africa e Madagascar), a nome della Chiesa africana, ha diffuso per l’occasione
un messaggio - ripreso dall'agenzia Sir - nel quale chiede ai leader di tutto il mondo,
alle agenzie internazionali e alle organizzazioni non governative “trasparenza nella
legislazione e nell’uso delle risorse naturali, per sostenere lo sviluppo dell’Africa”.
“La cattiva gestione di foreste, terre e acque e delle risorse minerarie quali minerali,
petrolio e gas - scrivono - stanno provocando conflitti, guerre e competizioni provenienti
da poteri stranieri”. “La competizione per lo sfruttamento delle risorse naturali
africane da parte di questi poteri - affermano - ha provocato, inoltre, un aumento
della corruzione e dei conflitti interni, poiché i profitti vanno principalmente a
vantaggio delle élite locali. Le popolazioni non traggono benefici dalle loro risorse.
Tutto ciò ha provocato un aumento della povertà, dell’ingiustizia sociale e della
malnutrizione”. I vescovi africani avvertono: “la situazione sta peggiorando sempre
di più e bisogna intervenire il prima possibile” per “limitare o controllare l’aggressiva
competizione straniera sulle risorse minerali e naturali africane”. Il messaggio,
firmato da mons. Paul Bemile, arcivescovo di Wa, in Ghana, presente a Rio, ricorda
la posizione della Chiesa africana su questi temi, che suggerisce ai governi “di adottare
politiche adeguate per lo sfruttamento e la distribuzione delle risorse” e consultare
le popolazioni locali prima di firmare contratti o prendere decisioni sui territori
che li riguardano. Tra i vescovi africani mons. Gabriel Mbilingi, arcivescovo di Lubango
(Angola) e vicepresidente del Secam, ha partecipato ad un seminario sullo sviluppo
sostenibile e i diritti umani organizzato a Rio dal Cidse, la rete delle Ong cattoliche.
Nel suo intervento mons. Mbilingi ha espresso la “preoccupazione” della Chiesa per
le sfide ambientali che riguardano l’Africa, a causa “della estrazione incontrollata
di riserve minerali e biologiche a vantaggio di pochi”. “Oggi - ha ricordato - vaste
zone del continente africano vengono distrutte senza che ci sia nessun progetto finalizzato
allo sviluppo del continente”. Anche il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici,
ha aggiunto il vice-presidente del Secam, “provocano molti disastri, soprattutto in
Africa, con fenomeni di grave siccità ed eccessive inondazioni”. “La Chiesa ripete
spesso - ha concluso mons. Mbilingi - che la terra è un dono prezioso di Dio per l’umanità.
Perciò le risorse naturali devono essere una benedizione e una fonte di sviluppo sostenibile”.
Da qui l’appello alle autorità riunite a Rio a “creare meccanismi e sistemi per garantire
una gestione efficace delle risorse naturali, per sostenere lo sviluppo di tutti i
Paesi, soprattutto dei più poveri”. (R.P.)