2012-06-23 15:29:01

Rio+20 sullo sviluppo sostenibile. Focsiv: "Nessuna decisione vincolante"


Si è chiuso ieri in Brasile il Summit Rio + 20 con l’impegno a promuovere un’economia verde risparmiando le risorse naturali del pianeta e sradicando la povertà tra molte critiche inerenti l’assenza di obiettivi vincolanti e di finanziamenti. Il testo finale approvato è intitolato “Il mondo che vogliamo”: un buon documento su cui costruire il futuro sostenibile, affermano Onu, Stati Uniti e Brasile. Di parere opposto la società civile e le ong. Gabriella Ceraso ne ha parlato con Sergio Marelli, presente a Rio come rappresentante della Focsiv, la Federazione di organismi cristiani per il volontariato:RealAudioMP3

R. – Rio+20 doveva essere una conferenza epocale, a vent’anni di distanza da quella del ’92. Invece, pur se si è trovato un accordo, poteva andare anche molto meglio. L’urgenza di mettere in campo misure concrete avrebbe dovuto portare a decisioni sicuramente molto più stringenti e molto più vincolanti. Come si dice, il paziente non è morto però versa ancora in gravi condizioni.

D. – C’è dunque un accordo al ribasso, ma c’è anche il debutto dell’economia verde, citata da tutti come un fatto positivo…

R. – Finalmente, ci si è accorti che la crescita economica non può essere disgiunta dal rispetto dell’ambiente e soprattutto non può non fare i conti con la limitatezza delle risorse naturali. Tuttavia, c’è un grande rischio dietro l’angolo, ed è che sotto la "maschera" dell’economia verde si passi oggi a mercificare i beni naturali, i beni comuni. La green economy va praticata e applicata alla luce del rispetto dei diritti umani fondamentali.

D. – Povertà, lotta alla fame e per la sicurezza alimentare: da questi temi soprattutto la società civile si aspettava molto…

R. - Ci si aspettavano impegni concreti. Non c’è per esempio una quantificazione di quanti aiuti saranno destinati per sostenere l’agricoltura dei piccoli produttori, dei piccoli contadini, che soprattutto nei Paesi poveri costituiscono il 70-80% della sicurezza alimentare.

D. – Nel documento finale, però, c’è un risultato a favore della vita: l’esclusione della frase sui “diritti riproduttivi delle donne”…

R. – Si continua a inserire affermazioni che lasciano poi alla libera interpretazione il come applicare le norme approvate dalla comunità internazionale. Quindi, fa bene la Santa Sede a chiedere che ci sia una maggiore precisazione nell’escludere la violazione del diritto alla vita.

D. - La società civile e voi, le ong, cosa pensate di fare ?

R. – Per la prima volta, si è vista un’ulteriore convergenza: come dire, una propositività comune. Si tratta ora di capire quanto finalmente i governi vorranno prestare davvero attenzione a queste richieste.

D. – L’appuntamento prossimo quale sarà?

R. – Sicuramente, il prossimo anno c’è un grande appuntamento che è l’Assemblea generale delle Nazioni Unite che, a soli due anni dalla scadenza dei famosi Obiettivi di sviluppo del Millennio, dovrà decidere se nel 2015 questi Obiettivi dovranno essere riconfermati. Ma soprattutto dovrà decidere quali misure mettere in campo per dare un colpo di reni, una sferzata finale, perché a oggi è molto chiaro che, continuando così, nessuno di questi Obiettivi sarà raggiunto in maniera soddisfacente.







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