Chiuso Rio+20. Delusioni e polemiche per il vertice sullo sviluppo sostenibile
“Un’occasione sprecata”. È drastica la definizione che le associazioni ambientaliste
e i gruppi della società civile danno, in una lettera alle Nazioni Unite, del vertice
di “Rio+20” sulla sostenibilità ambientale, che si è chiuso ieri nella città carioca.
Francesca Ambrogetti:
Tra
delusione e speranza si è concluso a Rio de Janeiro il vertice sullo sviluppo sostenibile.
Il documento finale è stato giudicato tiepido e senza obiettivi precisi da alcuni
mentre secondo altri segna il punto di partenza per un programma concreto di azioni
a favore dell’ambiente. “La dichiarazione è un gran passo avanti ma senza interventi
agili non ci saranno soluzioni, il futuro del pianeta non è garantito”, ha affermato
il segretario di stato americano Hillary Clinton. Secondo il presidente del Brasile
con questo vértice è iniziato un nuovo ciclo multilaterale. Dilma Rousseff ha sostenuto
che l’incontro è stato un successo della diplomazia brasiliana ma ha ammesso che alcuni
Paesi hanno tentato di eludere il tema dei finanziamenti dei progetti. Nei vent’anni
trascorsi dal Vertice della terra di Rio la situazione è notevolmente peggiorata ma
questo incontro ha destato meno aspettative del precedente, hanno segnalato alcuni
osservatori. Le organizzazioni sociali e ambientalistiche che hanno organizzato il
controvertice del popoli hanno ribadito e intensificato le critiche dei giorni scorsi.
Parafrasando lo slogan dell’incontro un esponente di Greenpeace ha detto che a Rio
non abbiamo trovato “il futuro che vogliamo” . E ha aggiunto: “ non e`stato altro
che un tentativo di mascherarsi di verde senza raggiungere un accordo storico sull’ingiustizia,
l’ecologia e l’economia”.
Nonostante il nulla di fatto, si potrà giungere
a risultati positivi nel prossimo futuro. A sostenerlo il rappresentante vaticano
al vertice Rio + 20, l'arcivescovo di San Paolo, il cardinale Odilo Scherer.
L’intervista è di Christiane Murray:
R.
- La Conferenza Rio+20 sicuramente porta a dei risultati anche positivi. Certo ci
sono motivi di critica, di rammarico da diverse parti. Diverse voci avrebbero voluto
inserire più decisioni e punti concreti nella dichiarazione finale, che è stata negoziata
nell'arco di circa otto mesi con un lavoro molto intenso, che si è concentrato soprattutto
negli ultimi giorni a Rio de Janeiro. Ma anche se non si arriva a certe decisioni
- come lo stabilire una quota di partecipazione dei Paesi ricchi per finanziare l’economia
sostenibile, o definire degli obiettivi di taglio dei consumi di fonti di energia
fossile come petrolio e carbone che sono quelle più inquinanti - tuttavia ritengo
che il risultato sia abbastanza positivo, perché si è riusciti a fare un documento
comune. Si rischiava di non arrivare a nessun documento, invece in questo documento
ci sono anche dei punti di progresso apprezzabili, come l’affermazione che l’uomo
è il centro dell’economia e anche la definizione di ciò che va meglio compreso come
l’economia sostenibile. I tre punti di riferimento sono: lo sviluppo economico in
quanto tale, lo sviluppo sociale che pone l’uomo, l’essere umano nel centro della
preoccupazione e che l’economia sostenibile sia anche ecologicamente sostenibile,
quindi che abbia sempre in considerazione anche l’ecosistema. Credo che il risultato
più apprezzabile di questa Conferenza sia la presenza di circa 190 rappresentanti
di Paesi. Quindi la partecipazione della comunità internazionale è molto grande. Tutti
sono convinti che è importante che si faccia qualcosa. È importante non rimandare
oltre, la decisione di cambiare le cose. Questo fa cultura. Questa presa di coscienza
è poi importante per una vigilanza più ampia dei Paesi, gli uni sugli altri.
D.
- Persiste per un po’ di delusione sui mancati risultati di questa Conferenza...
R.
- Il rammarico da parte di tutti riguarda la mancata partecipazione di alcuni capi
di Stato, di Paesi importanti come la stessa Italia, gli Stati Uniti, il Giappone...
I grandi non sono venuti di persona. Ma gli altri Paesi dell’Occidente per esempio
sono tutti qui e sono molto attivi. Si vede che c’è una partecipazione dei Paesi in
via di sviluppo, Paesi di nuova leadership, e quindi questo dà spessore a questa Conferenza.
D.
- Cosa ha significato la partecipazione della Delegazione della Santa Sede?
R.
- Da parte della Santa Sede, la nostra partecipazione qui è quella di osservatori
attenti. Va detto che, durante il periodo dei negoziati, il nostro osservatore presso
l’Onu è stato molto attivo con il suo gruppo. Oggi, terzo giorno a Rio, avrò la possibilità
di intervenire: diremo quella che è la parola della Chiesa in riferimento anche alle
posizioni già manifestate nei documenti magisteriali e la ribadiremo davanti al grande
plenum della Conferenza.