2012-06-23 07:34:52

Chiuso Rio+20. Delusioni e polemiche per il vertice sullo sviluppo sostenibile


“Un’occasione sprecata”. È drastica la definizione che le associazioni ambientaliste e i gruppi della società civile danno, in una lettera alle Nazioni Unite, del vertice di “Rio+20” sulla sostenibilità ambientale, che si è chiuso ieri nella città carioca. Francesca Ambrogetti:RealAudioMP3

Tra delusione e speranza si è concluso a Rio de Janeiro il vertice sullo sviluppo sostenibile. Il documento finale è stato giudicato tiepido e senza obiettivi precisi da alcuni mentre secondo altri segna il punto di partenza per un programma concreto di azioni a favore dell’ambiente. “La dichiarazione è un gran passo avanti ma senza interventi agili non ci saranno soluzioni, il futuro del pianeta non è garantito”, ha affermato il segretario di stato americano Hillary Clinton. Secondo il presidente del Brasile con questo vértice è iniziato un nuovo ciclo multilaterale. Dilma Rousseff ha sostenuto che l’incontro è stato un successo della diplomazia brasiliana ma ha ammesso che alcuni Paesi hanno tentato di eludere il tema dei finanziamenti dei progetti. Nei vent’anni trascorsi dal Vertice della terra di Rio la situazione è notevolmente peggiorata ma questo incontro ha destato meno aspettative del precedente, hanno segnalato alcuni osservatori. Le organizzazioni sociali e ambientalistiche che hanno organizzato il controvertice del popoli hanno ribadito e intensificato le critiche dei giorni scorsi. Parafrasando lo slogan dell’incontro un esponente di Greenpeace ha detto che a Rio non abbiamo trovato “il futuro che vogliamo” . E ha aggiunto: “ non e`stato altro che un tentativo di mascherarsi di verde senza raggiungere un accordo storico sull’ingiustizia, l’ecologia e l’economia”.


Nonostante il nulla di fatto, si potrà giungere a risultati positivi nel prossimo futuro. A sostenerlo il rappresentante vaticano al vertice Rio + 20, l'arcivescovo di San Paolo, il cardinale Odilo Scherer. L’intervista è di Christiane Murray:RealAudioMP3

R. - La Conferenza Rio+20 sicuramente porta a dei risultati anche positivi. Certo ci sono motivi di critica, di rammarico da diverse parti. Diverse voci avrebbero voluto inserire più decisioni e punti concreti nella dichiarazione finale, che è stata negoziata nell'arco di circa otto mesi con un lavoro molto intenso, che si è concentrato soprattutto negli ultimi giorni a Rio de Janeiro. Ma anche se non si arriva a certe decisioni - come lo stabilire una quota di partecipazione dei Paesi ricchi per finanziare l’economia sostenibile, o definire degli obiettivi di taglio dei consumi di fonti di energia fossile come petrolio e carbone che sono quelle più inquinanti - tuttavia ritengo che il risultato sia abbastanza positivo, perché si è riusciti a fare un documento comune. Si rischiava di non arrivare a nessun documento, invece in questo documento ci sono anche dei punti di progresso apprezzabili, come l’affermazione che l’uomo è il centro dell’economia e anche la definizione di ciò che va meglio compreso come l’economia sostenibile. I tre punti di riferimento sono: lo sviluppo economico in quanto tale, lo sviluppo sociale che pone l’uomo, l’essere umano nel centro della preoccupazione e che l’economia sostenibile sia anche ecologicamente sostenibile, quindi che abbia sempre in considerazione anche l’ecosistema. Credo che il risultato più apprezzabile di questa Conferenza sia la presenza di circa 190 rappresentanti di Paesi. Quindi la partecipazione della comunità internazionale è molto grande. Tutti sono convinti che è importante che si faccia qualcosa. È importante non rimandare oltre, la decisione di cambiare le cose. Questo fa cultura. Questa presa di coscienza è poi importante per una vigilanza più ampia dei Paesi, gli uni sugli altri.

D. - Persiste per un po’ di delusione sui mancati risultati di questa Conferenza...

R. - Il rammarico da parte di tutti riguarda la mancata partecipazione di alcuni capi di Stato, di Paesi importanti come la stessa Italia, gli Stati Uniti, il Giappone... I grandi non sono venuti di persona. Ma gli altri Paesi dell’Occidente per esempio sono tutti qui e sono molto attivi. Si vede che c’è una partecipazione dei Paesi in via di sviluppo, Paesi di nuova leadership, e quindi questo dà spessore a questa Conferenza.

D. - Cosa ha significato la partecipazione della Delegazione della Santa Sede?

R. - Da parte della Santa Sede, la nostra partecipazione qui è quella di osservatori attenti. Va detto che, durante il periodo dei negoziati, il nostro osservatore presso l’Onu è stato molto attivo con il suo gruppo. Oggi, terzo giorno a Rio, avrò la possibilità di intervenire: diremo quella che è la parola della Chiesa in riferimento anche alle posizioni già manifestate nei documenti magisteriali e la ribadiremo davanti al grande plenum della Conferenza.








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