2012-06-22 14:05:25

Tonnellate di aiuti alimentari inviati alla Corea del Nord dalla Comunità di Sant'Egidio


E’ appena tornato da un viaggio nella Repubblica Popolare Democratica di Corea, Mauro Garofalo, che si occupa di relazioni internazionali per la Comunità di Sant’Egidio. La sua visita è seguita di poco all’arrivo nel Paese asiatico di tonnellate di aiuti alimentari raccolti dalla Comunità e destinati a bambini e anziani. Un’iniziativa che Sant’Egidio intende ripetere per rispondere ai bisogni di una popolazione in difficoltà. Adriana Masotti ha chiesto a Garofalo di raccontare qualcosa di quanto visto in Corea del Nord, Paese generalmente chiuso a turisti e occidentali:RealAudioMP3

R. - Posso dire senz’altro che è un Paese in grande difficoltà a causa di un raccolto non soddisfacente, negli anni recenti, e quindi c’è sicuramente un problema alimentare diffuso nel Paese. Questo lo abbiamo potuto constatare direttamente sul posto.

D. – Come è nata l’idea di questo gesto di solidarietà nei confronti del popolo coreano?

R. - L’idea è nata più di un anno fa, tramite contatti con la Repubblica Democratica Popolare di Corea qui in Italia, a Roma. C’è stato richiesto un aiuto e Sant’Egidio ha deciso di rispondere positivamente, a patto che, ovviamente, fosse possibile fare una verifica della distribuzione dei generi che abbiamo effettivamente spedito all’inizio dell’anno.

D. - Come si è svolta la verifica? Avete potuto muovervi nel Paese?

R. – Sì. Siamo usciti da Pyongyang per circa cento chilometri a sud e cento chilometri a nord. Siamo stati in un istituto per anziani che ne accoglieva circa 200, dove abbiamo fatto una prima distribuzione e verificato le effettive necessità del luogo. Abbiamo anche visitato un orfanotrofio a sud di Pyongyang con poco più di 100 bambini, e abbiamo verificato l’effettiva consegna del materiale spedito. Stiamo parlando di circa trenta tonnellate tra riso, zucchero, olio e fagioli: alimenti nutritivi fondamentali per combattere la malnutrizione, i quali - bisogna dire - sono stati anche raccolti grazie all’aiuto della Coldiretti. Effettivamente, tutti i patti sono stati rispettati: siamo andati lì e c’erano le cose che abbiamo spedito noi.

D. - Quindi, questi aiuti erano stati raccolti in precedenza e già inviati tramite tir?

R. - No, tramite nave. Da Genova fino al porto di Nampo, che è il porto più direttamente collegato con Pyongyang. Ci sono voluti quasi cinquanta giorni prima che arrivassero. E' stata una lunga preparazione.

D. - Qual è stata l’accoglienza da parte delle persone?

R. - A parte gli ovvi complimenti alla qualità del cibo italiano, è stata un’accoglienza molto buona, nel senso che il bisogno è grande e quindi qualsiasi aiuto e benvenuto. E ciò è positivo. Chiaramente, noi siamo andati lì come un’associazione cattolica, come Comunità di Sant’Egidio, e abbiamo ricevuto una buona accoglienza. Noi contiamo di tornare con altri aiuti, di aiutare soprattutto le fasce deboli della popolazione, quindi gli anziani e i bambini che sono quelli che più soffrono per la scarsità dei raccolti. È chiaramente un Paese in difficoltà anche a causa della situazione internazionale e dell’embargo che colpisce l’industria e anche l’approvvigionamento di petrolio. L’elettricità non c’è sempre, le macchine che circolano sono poche. L’ho verificato di persona. Questo va a discapito dell’agricoltura e di conseguenza a discapito della qualità della vita della popolazione. Non c’è niente di nuovo in questo. Quello che è nuovo, è che a noi è stato permesso senza problemi di poter gestire le distribuzione delle derrate, che speriamo di poter continuare. Ci hanno aiutato in molti e pensiamo che la prossima spedizione debba essere più grande e ancora più mirata, forse non limitandosi solamente al cibo, ma anche ad altro materiale utile come quello sanitario: ad esempio i disinfettanti, dei quali c’è grande scarsità. Ci accorderemo in questi giorni, sempre tramite l’ambasciata con il governo, e vediamo così di costruire una fiducia reciproca che poi andrà a vantaggio del popolo coreano.







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