Si è spenta a 98 anni Enrichetta Beltrame Quattrocchi, figlia dei Beati Maria e
Luigi
All’età di 98 anni, si è spenta sabato scorso Enrichetta Beltrame Quattrocchi, ultimogenita
dei Beati genitori Maria e Luigi. Enrichetta è la figlia che “non doveva nascere”.
Infatti, al quarto mese di gravidanza, un celebre ginecologo di Roma disse alla madre
che doveva interrompere la gravidanza se si voleva “tentare” di salvare “almeno” lei.
Maria e Luigi rifiutarono l’aborto senza esitazioni abbandonandosi totalmente alla
volontà di Dio. E così Enrichetta, la bambina che non doveva nascere, è vissuta quasi
cento anni. Per un ricordo sulla sua figura e la sua testimonianza di fede, Alessandro
Gisotti ha intervistato Attilio Danese, co-presidente dell’Associazione
“AMARLUI”, intitolata ai Beati Beltrame Quattrocchi:
R. - Io l’ho
conosciuta nel 1997 insieme a mia moglie, quando l’allora incaricato della famiglia
nazionale della Cei ci chiese di scrivere una biografia sui genitori che ancora non
erano stati proclamati Beati, ma si aspettava negli anni a venire questo evento. Ricordo
in particolare il sorriso con cui ci accolse in casa insieme ai suoi due fratelli
ancora vivi, don Tarcisio e padre Paolino. Fu un momento molto bello perché ci raccontarono
dei loro genitori. Per noi fu un’esperienza di testimonianza viva di come la famiglia
riesce ad essere feconda negli anni, anche attraverso persone consacrate. Questo sorriso
l’ha accompagnata per tutto il resto dei 15 anni in cui l’abbiamo frequentata. Non
c’è stata una volta in cui l’abbiamo trovata imbronciata; sempre disponibile, sempre
pronta anche nell’esprimere i suoi pareri; però sempre dolce.
D. - Questa
serenità sicuramente le derivava da quel miracolo che era innanzitutto la famiglia,
“la sua famiglia”, come disse Giovanni Paolo II nella cerimonia di Beatificazione..
R.
- Il primo miracolo, forse, era lei stessa, perché era la figlia che "non doveva nascere",
che il ginecologo di allora aveva assegnato alla morte. Ma il loro “no” così deciso,
l’ha lasciata in vita ed è stata molto longeva. Certo, poi condivideva, esprimeva,
assicurava anche da sola questa fecondità della famiglia nella quale era cresciuta
e vissuta.
D. - C’è un messaggio particolare che, più di altri, ci viene, soprattutto
alle famiglie dalla testimonianza di Enrichetta?
R. - Enrichetta, in molte
occasioni, ha espresso la sua gioia per i doni ricevuti dall’unità dell’amore e della
fede dei suoi genitori. Lo faceva sempre con gioia tutte le volte che dava una testimonianza.
Lei concludeva, quasi sempre, con un invito alle coppie presenti ad essere nella volontà
di Dio ma con uno "spirito feriale", cioè senza grandi eventi, ma nella ferialità
e nella quotidianità per un vissuto straordinario come era stato quello dei suoi genitori.
E questa è la sintesi del messaggio che lascia a noi come associazione: diffondere
nel mondo della famiglia questa vita ordinaria che può essere vissuta anche in maniera
straordinaria, come ebbe a dire anche il Papa Giovanni Paolo II in occasione della
Beatificazione.