A Damaturu è stato parzialmente revocato il coprifuoco, ma a Kaduna, l’altra città
della Nigeria settentrionale epicentro della crisi cominciata domenica, non si fermano
le rappresaglie indiscriminate: lo dicono all'agenzia Misna missionari, che riferiscono
in particolare di chiese bruciate e roghi di case di musulmani. Secondo il portavoce
dell’amministrazione dello Stato nord-orientale di Yobe, da oggi gli abitanti di Damaturu
possono muoversi liberamente dalle dieci di mattina alle quattro del pomeriggio. La
misura sembra riflettere quello che alcuni giornali definiscono “un ritorno alla calma”
in una città sconvolta da due giorni di scontri a fuoco tra soldati e militanti del
gruppo armato Boko Haram. Secondo il portavoce dello Stato di Yobe, nella battaglia
sono state uccise almeno 40 persone, per lo più civili. In una nota diffusa su internet,
un presunto portavoce di Boko Haram ha rivendicato una serie di agguati a caserme
di polizia e basi dell’esercito. L’offensiva di Damaturu, si sostiene nel comunicato,
si inserirebbe nel tentativo di “rovesciare un governo ingiusto e miscredente e sostituirlo
con un sistema islamico”. La tensione resta alta anche a Kaduna, una città circa 500
chilometri a ovest di Damaturu. Secondo le fonti della Misna, nonostante il coprifuoco
le rappresaglie innescate dall’attentato dinamitardo che domenica ha colpito la Sharon
Pentecostal Church sono continuate ancora ieri. “Nelle strade del centro – dice un
missionario – si vedono solo militari e poliziotti ma dai quartieri di periferia continuano
ad arrivare telefonate raggelanti: quattro chiese date alle fiamme solo ieri nell’area
di Malili, roghi di case di musulmani in altre zone a maggioranza cristiana”. Come
conferma una corrispondenza del giornale The Vanguard, i quartieri più caldi sono
Bardarawa e Barnawa, entrambi situati a nord del fiume che attraversa la città. “Si
ripete – dicono alla Misna – più o meno lo stesso schema: nelle zone a maggioranza
musulmana e fulani sono prese di mira le chiese, mentre nelle aree per lo più cristiane
o igbo ce la si prende con i vicini di casa di fede islamica, rischiando di distruggere
anni di amicizia e rapporti cordiali”. (R.P.)