2012-06-21 09:25:56

Ghana: appello della Chiesa contro la corruzione dei partiti politici


Abbandonare il sistema politico attuale, basato sui partiti politici, perché disfunzionale e distruttivo, e mantenere invece tutti gli altri elementi positivi della democrazia per mandare avanti il Ghana: questa la proposta avanzata da mons. Peter Kwasi Sarpong, arcivescovo emerito di Kumasi. Il presule ha tenuto un intervento sul tema “Verità, integrità e sviluppo democratico. Come procede il Ghana?”, durante un incontro organizzato dal “Centro per la libertà”, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione in vista delle prossime elezioni: tra il 7 ed il 28 dicembre, infatti, i cittadini del Paese saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente ed il Parlamento. “Al posto dei partiti – ha detto mons. Kwasi Sarpong – io ritengo che sia urgente sviluppare un sistema politico che combini il lato migliore della governance tradizionale del Ghana con il lato migliore della democrazia”. Guardando alla storia del Paese, poi, il presule ha ricordato: “La politica del Ghana è stata caratterizzata da inganni, promesse impossibili, imprese non realizzabili; i politici, per ottenere voti, hanno promesso cielo e terra ai cittadini e molti di loro sono apparsi privi di integrità, prosciugando così il ‘serbatoio’ della vera democrazia”. Mons. Kwasi Sarpong ha quindi puntato il dito contro quel tipo di democrazia caratterizzata solo dal sostegno alla maggioranza e dal rifiuto totale dell’opposizione, dal “tribalismo dei politici, dall’appropriazione indebita, dalla vendetta, dai fenomeni di propaganda”. Tutti aspetti che, se non verranno messi fuori legge, ha concluso il presule, daranno ancora vita a “fenomeni come brogli elettorali, scomparsa delle urne di voto, risultati numericamente superiori agli elettori registrati nei seggi”. Intanto, proprio per scongiurare il ripetersi di situazioni analoghe alle prossime consultazioni, la Commissione elettorale del Ghana ha deciso abolire il vecchio registro cartaceo degli aventi diritto al voto e di introdurne uno nuovo, compilato tramite i dati biometrici dei cittadini. La raccolta dati - oltre a nazionalità e residenza vengono prese anche le impronte digitali in formato elettronico – è stata avviata nel mese di marzo e dà diritto ad una tessera elettorale plastificata in cui compare una foto della persona ed un codice a barre con un numero di registrazione che consente di votare. (I.P.)







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