Filippine: i vescovi contro le politiche di pianificazione familiare decise dal governo
“Uno spreco di denaro”: così il segretario generale della Conferenza episcopale delle
Filippine, padre Melvine Castro, bolla lo stanziamento di fondi deciso dal governo
nazionale per le politiche di pianificazione familiare. Una decisione annunciata ieri
dal Dipartimento della Sanità, che ha stabilito di investire 500 milioni di moneta
locale, pari a circa 10 milioni di euro, in un piano di controllo delle nascite. L’obiettivo
dichiarato dall’esecutivo è quello di ridurre la mortalità materna ed infantile, in
linea con gli Obiettivi per lo sviluppo del Millennio. Ma in realtà, afferma padre
Castro, per risolvere tale questione “quello che occorre veramente è fornire servizi
sanitari adeguati alle donne incinte e ai nascituri” ed è per questo che “i milioni
andrebbe stanziati per migliorare la sanità pubblica, e non sprecati nell’acquisto
di contraccettivi”. Il governo, quindi, continua il segretario generale dei vescovi
filippini, non “strumentalizzi le donne” e non ricorra a “false giustificazioni per
promuovere l’uso del preservativo e di altri metodi artificiali di pianificazione
familiare”. Infine, padre Castro si dice fiducioso del fatto che la popolazione non
appoggerà il piano del governo: “Credo che i filippini, ben consapevoli, non lo accetteranno
e la loro moralità non cadrà così in basso”. (I.P.)