Brasile: si è spento il missionario padre Cappelli, apostolo dei lebbrosi
Grazie all’azione intensa e capillare di un missionario cappuccino marchigiano, padre
Beniamino Cappelli, deceduto il 19 maggio scorso a Salvador da Bahia (Brasile), la
lebbra che, fino a un ventennio fa imperversava nella zona Nord Est di Barra do Rio
S. Francisco, è scomparsa definitivamente. Egli aveva iniziato a lavorare con gli
hanseniani nel lebbrosario di Aguas Claras, un sobborgo di Salvador, conoscendo sia
i risvolti del male che il disagio di chi ne è colpito, soprattutto per la considerazione
in cui sono tenuti i malati. Arrivato a Barra, padre Beniamino trovò una situazione
spaventosa: la lebbra imperversava indisturbata tra l’indifferenza di tutti. Allora,
incoraggiato dal vescovo mons. Itamar Vian, oggi arcivescovo di Feira de Santana,
scelse i luoghi strategici in cui costruire “Centros de saúde” che gli hanseniani
avrebbero potuto raggiungere facilmente per le cure necessarie. Angìco, Olhos de Agua,
Santo Antônio, Sucuruju e altri tre piccoli ambulatori divennero i luoghi da cui si
irradiò l’attività che, studiata all’ospedale San Raffaele del Monte Tabor di Salvador,
fondato negli anni ‘90 da don Luigi Verzè, recapitò praticamente a domicilio la medicina
che ha debellato la lebbra, un flagello che in altri luoghi del Brasile sta, invece,
aumentando. Il segreto del successo è stato proprio questo: lasciare il malato in
casa, “costringendolo” a recarsi al vicino dispensario come un malato qualsiasi,
ritirare la sua medicina e curarsi regolarmente. Questo semplice accorgimento è servito
anche a liberare la gente da quell’alone di terrore che avvolgeva la malattia e
l’ammalato. Non solo: le visite periodiche del medico volontario di turno hanno permesso
di scoprire altre gravi situazioni riguardanti i bambini e gli anziani: i primi colpiti
troppo frequentemente da gravi malattie dentarie, gli altri condannati a una cecità
precoce perché nessuno interveniva sulle cateratte, considerate inguaribili. Il San
Raffaele si fece carico anche di questa ulteriore assistenza e aprì un gabinetto dentistico-oftalmico
per i bambini delle scuole, visitandoli tutti e intervenendo su oltre 500, soprattutto
con cure preventive. Particolare attenzione fu data alle visite oculistiche perché
la sabbia bianca e impalpabile che circonda le case provoca una continua irritazione
agli occhi con conseguenze facilmente immaginabili. Restano, comunque, la malnutrizione
e la mancanza di igiene, causa di numerose malattie, di un’alta mortalità infantile
(60%) e di una vita media che arriva si e no ai 50 anni. Il medico è un lusso che
nel vasto municipio Nord Est si vede solo in tempo di elezioni, quando i candidati
ve ne portano qualcuno di corsa, con la promessa di lasciarvelo solo se avrà successo
la propria candidatura. Frei Benjamin ha rimesso a nuovo l’ospedale cittadino, benefica
provvidenza per gente semplice, povera, per il 60% ancora analfabeta e che sopravvive
grazie alle calorie di un piatto di riso, ai fagioli e alla farina di mandioca. E’
stata la sua ultima fatica per gente confinata sul limitare del famigerato Nord Est
brasiliano, dove la vita è insidiata da pericoli che un’assistenza sanitaria tempestiva
potrebbe rendere simile a quella di chi è nato fuori dal poligono “da seca”, in cui
sole e polvere inceneriscono uomini e cose. (R.P.)